A ben sette anni di distanza da Cinder, gli australiani Dirty Three pubblicano Towards the low sun, nove brani completamente strumentali, optando per una sorta di ritorno ai loro anni migliori. Era il 1998 quando usciva Ocean’s song e i Dirty Three erano una delle band più seguite e apprezzate, sempre legati da speciali rapporti con Nick Cave.
Anche se in questo ultimo lavoro del trio il poeta Cave non compare nemmeno come ospite, ha poca importanza, perché l’eco della sua “scuola” è spesso rievocato, in quanto il violino di Warren Ellis suona come fosse intriso di quella stessa malinconia che però risulta meno sentita e più superficiale. E’ Jim White alla batteria a dare spessore e solarità. Tra i brani più interessanti e originali segnaliamo Fournace skies, That was was e Ashen snow. Per il resto il disco propone ballate senza troppe variazioni, che finiscono per accontentare quella parte di pubblico meno esigente e di più recente acquisizione, mentre i veterani rispolvereranno le ballate lunari, accorate e spalancate di un glorioso e più che mai vivido oceano passato.
Credits
Label: Drag City – 2012
Line-up: Warren Ellis (violino) – Mick Turner (chitarra) – Jim White (batteria)
Tracklist:
- Fournace skies
- Sometimes I forget you ‘ve gone
- Moon on the land
- Rising below
- The Pier
- Rain song
- That was was
- Ashen snow
- You greet her ghosts
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