Ci sono certi nomi, certi suoni che hanno un sapore particolare, che evocano ricordi. Così quando ho saputo dell’uscita del nuovo album degli Epo mi si sono accese tante luci, tante sensazioni. Sentimenti che mi hanno portata a mettermi in ascolto con timore perché questo è un ritorno davvero importante. Ogni cosa è al suo posto è il terzo album della band partenopea. Prodotto agli studi Il Parco per PoloSud Records e missato da Gianluca Vaccaro, l’album vanta il contributo di amici come Pierpaolo Ranieri, Giovanni Block, Renato Grieco, Giovanni Truppi, Dario Sansone (Foja), Claudio Domestico (Gnut), Claudia Sorvillo, Marina Rei e Nicola D’Auria, Antonio Sorrentino e Simone Morabito (Onirica).
“Non vedi com’è semplice lasciare lividi” (Nastro isolante). Perché la musica può lasciare lividi, di quelli che scavano l’anima. Ogni cosa è al suo posto è un album che porta l’ascoltatore in viaggio attraverso parole, note che raccontano di debolezze, di rapporti che si sgretolano, di mancanze. La vita vista attraverso la penna di Ciro Tuzzi, raccontata con la sua voce, con la batteria di Jonathan Maurano che segna i battiti del cuore, con Michele De Finis a descrivere le strade che percorriamo. Strade dove incontrare una Venere alla quale raccontare le nostre debolezze, strade che portano ad “un posto in cui perdermi” (Perdermi) per affermare la nostra identità e per poi scoprirci tutti Animali fragili. Strade di illusioni che bruciano come Un fuoco (centro emozionale di questo disco), ma anche strade dove cercare qualcuno che ci porti a casa quando ci perdiamo, quando camminiamo A piedi nudi sui vetri.
Ogni cosa al suo posto è un album di pop intenso che tende la mano a certe forme di rock e di folk che rimano con l’intimità capaci di riguardarci tutti. Qualche retrogusto alla Radiohead, qualche nudità alla Tillman, volendo trovare qualche referente che le suggestioni mettono in atto. Il punto è che questa band mancava e finalmente è tornata, con tutto l’immaginario malinconico e affamato di cui è stata capace in passato. C’è vita che scorre a fiotti nei brani. C’è una lama affilata tra i versi, tra le parole stesse. C’è una sincerità così ostinata da non poterla ignorare. Sottolineiamo la voce di Tuzzi, calda, morbida, moderna nelle sue declinazioni d’appartenenza partenopea.
Uscirà il 30 aprile e il 12 maggio ci sarà la presentazione live alla Galleria Toledo di Napoli, un’occasione da non perdere.
Credits
Label: Polosud Records – 2012
Line-up: Ciro Tuzzi (voce, chitarre acustiche, chitarre elettriche, lap steel, mandolino, guitalele, drum programming, synth) – Michele De Finis (chitarre elettriche, basso, pianoforte, treni che deragliano) – Jonathan Maurano (batteria, percussioni)
Tracklist:
- Nastro isolante
- Venere
- Perdermi
- Animali fragili
- Nove secondi di oblio
- Stand up
- Un fuoco
- A piedi nudi sui vetri
- Notte doce
- Tutto quello che ho di me
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