Norah Jones, figlia di Ravi Shankar, il maestro di sitar di George Harrison, la conosciamo bene: voce morbida ed impeccabile, si è sempre cimentata con professionismo in canzoni dall’eco piacevole. Little Broken Hearts, a dieci anni dall’uscita del primo album Come Away With Me che le arrecò un successo incontrastato con le sue 20 milioni di copie vendute, ha anch’esso la medesima coerenza in quanto è difficile individuare un pezzo che non costituisca un gradito orizzonte sonoro. Certo, l’anima di Norah Jones non si esprime in forme ombrose e lunatiche quali quelle della georgiana Cat Power che la cantante sembra talvolta richiamare in questo album (She’s 22), per cui il suo ascolto non ferisce e scivola via negli stessi minuti della sua esecuzione. Non è stato sufficiente dunque dare un’interpretazione vocale impeccabile al suo amore spezzato, farlo evaporare in continui fade out, vestirlo della perfezione del suono (alla produzione Brian Burton, alias Danger Mouse), variare i suoi ritmi in chiave non più prevalentemente jazz.
Credits
Label: Blue Bote/ Emi – 2012
Line-up: Norah Jones (piano, tastiere, basso, chitarra) – Danger Mouse (batteria, basso, chitarre, tastiere e arrangiamento archi)
Tracklist:
- Good Morning
- Say Goodbye
- Little Broken Hearts
- She´s 22
- Take It Back
- After The Fall
- 4 Broken Hearts
- Travelin´ On
- Out On The Road
- Happy Pills
- Miriam
- All A Dream
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