Perché celebrare i quarant’anni di The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars?
Perché Ziggy Stardust è stata una delle più suggestive metafore della storia del rock. Questa metafora, che rappresenta l’ultimo eroe di una terra sull’orlo dell’autodistruzione servendosi nelle vesti di ragazzo che diventa rockstar, mediante un aiuto extraterrestre, sembra lontana anni luce dalla nostra attuale società ed invece non lo è affatto. Nelle riflessioni di Ziggy c’è la fragilità, la debolezza dell’uomo alienato che si muove in un mondo decadente, vorace e frenetico, antesignano di quello contemporaneo che ha anche l’aggravante della liquidità veloce della rete. Il personaggio di Ziggy funziona anche perché David Bowie riesce nei panni di questo alter-ego artistico a trovare il punto di contatto tra il mondo del teatro e quello del rock. Una missione che poteva riuscire solo a colui che aveva iniziato la carriera con forme d’arte quali la drammaturgia, il mimo ed il cabaret. L’artista di plastica, come lo definiva lo stesso David Bowie, è proto-punk con quei suoi capelli rossi schizzati, è proto-dark con i trucchi scenici, è proto-no-wave con la sua ambiguità sessuale vessillo di una controcultura personalissima. A livello musicale il disco crea un ponte perfetto tra il pop, il rock and roll delle radici ed il rhythm and blues generando quello che sarà il glam-rock. Le chitarre taglienti di Mark Ronson resteranno pietre miliari della storia del rock. L’epopea di questo uomo delle stelle che cade in un vicolo qualsiasi per salvare la terra è paragonabile alla discesa di un messia surreale destinato all’incomprensione e alla solitudine, dove il suo valore soteriologico diventa egocentrismo amorale. E’ giusto che David Bowie celebri questi quarant’anni perché solo a distanza di tempo si possono apprezzare dei capolavori come questo, fuori dai rumori di fondo del clamore per le tute spaziali, le dichiarazioni d’amore omossessuale, di trucchi e capelli estrosi. Brani come Starman e Five years rimasterizzati acquistano una veste nuova, fresca e moderna. E’ stato come soffiare la polvere da un vecchio vinile e scoprire il calore che emana nel suo spandersi nello spazio della stanza dei ricordi. Riaffiorano i brividi visionari di Moonage Daydream, il dolore della catastrofe imminente contrapposto alla speranza amore come in Five years e Lady Stardust, le saette hard-rock immerse in atmosfere al limite dell’opera lirica di brani come It Ain’t Easy, Hang On To Yourself e Ziggy Stardust. Le note di Ziggy Stardust and the Spiders from Mars resteranno per sempre scolpite nei solchi della storia del rock e nella storia del costume dell’umanità di tutti tempi. Potete ascoltare a questo link lo streaming integrale del disco remasterizzato per l’occasione.
Credits
Label: RCA – 1972
Line-up: David Bowie (voce, chitarra, sassofono) – Mick Ronson (chitarra, pianoforte) – Trevor Bolder (basso) – Mick “Woody” Woodmansey (batteria) – Dana Gillespie (cori)
Tracklist:
- Five Years
- Soul Love
- Moonage Daydream
- Starman
- It Ain’t Easy
- Lady Stardust
- Star
- Hang On To Yourself
- Ziggy Stardust
- Suffragette City
- Rock ‘N’ Roll Suicide