Cut the world è uno di quei dischi che non molti artisti possono permettersi. Eccetto l’omonimo inedito (per il quale è stato realizzato l’intensissimo video con la partecipazione di Marina Abramovic), questa pubblicazione di Antony and the Johnsons non è altro che la registrazione di una performance orchestrale. Nulla a cui non siamo abituati, ma che proposto da altri artisti almeno nove volte su dieci risulta un tronfio ed inutile esercizio di stile; per Antony non è così.
Sarà che la seconda metà del progetto Antony and the Johnsons è appunto una piccola orchestra quindi l’ambientazione non cambia, sarà che dall’artista britannico in fondo non ti aspetti un disco rock o di pura elettronica, sarà che ogni cosa che lui tocca diventa luccicante, fatto sta che Cut the world, nella sua semplicità e delicatezza, è un disco magnifico. Quasi un dono.
Sembra che Antony abbia voluto far partecipare un pubblico più vasto all’incanto durato due giorni (2 e 3 Settembre 2011) alla DK Concert Hall di Copenhagen, e con questo disco intimo ed appassionato riesce a colpire il suo obiettivo nel segno.
Escludendo il primo brano inedito, registrato in studio, il disco raccoglie dieci brani fra i più conosciuti tratti dai quattro album del progetto Antony and the Johnsons: l’omonimo primo album risalente al 2000, I am a bird now datato 2005, The Crying light del 2009 ed il più recente Swanlights di soli due anni fa. Riarrangiati, spogliati e rivestiti, i brani suonano ancora più intimi e struggenti, ancor più delicati e taglienti. L’immaginario poetico di Antony Hegarty si scioglie in note eleganti e raffinate, nel silenzio del pubblico in sala, tra qualche lieve colpo di tosse in lontananza, i rumori degli strumenti posati e presi in mano dall’orchestra, e persino alcune lacrime che chiudendo gli occhi si possono realmente vedere.
L’unicità di questo artista, oltre che nella voce, si svela nella persona: timido ma divertente, estroverso ma impacciato, Antony si presta ad un breve monologo che viene inserito nel disco. Quando parla, la voce non è come la si aspetta: scattante e con tono divertito ed ironico, Antony parla di femminismo, dell’influsso della luna sul mondo e sulle persone, della religione e dell’inganno che porta in sé da millenni nella sua affermazione patriarcale, di ecologia e del mondo che verrà.
La bellezza di questo disco è un dettaglio da saper scorgere: chi già conosce la musica di Antony and the Johnsons non scoprirà molto di nuovo, chi non la conosceva difficilmente riuscirà a comprenderla con il solo ascolto di questo disco.
Ma ha senso essere così puntigliosi quando si tratta di emozioni? Spegnete la luce, chiudete gli occhi, vedrete cose che non sapete di essere.
Credits
Label: Rough Trade Records – 2012
Line-up: Antony Hegarty (voci, arrangiamenti) – Thomas Bartlett (piano) – Rob Moose (arrangiamenti, direttore) – Maxim Moston (arrangiamenti); Greg Calbi (mastering) – Danish National Chamber Orchestra (orchestra) – Erik Heide (primo violino) – Jens Langkilde (tecnico di registrazione)
Tracklist:
- Cut the World
- Future Feminism
- Cripple and the Starfish
- You Are My Sister
- Swanlights
- Epilepsy Is Dancing
- Another World
- Kiss My Name
- I Fell in Love with a Dead Boy
- Rapture
- The Crying Light
- Twilight
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