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Giorni dell’Eden – Casa del vento

Si dice che se in Irlanda guardi il cielo ed alzi un braccio ti sembra di toccarlo con un dito, lui, il cielo. Sarà merito (o colpa) dell’orizzonte plumbeo, delle nuvole e del vento che soffia sottile nelle ultime ore, ma ascoltando la musica della Casa del vento si ha sempre un po’ la sensazione che quel cielo sia più vicino a noi, come dire, a portata di braccio e di dita.
Il 20 novembre uscirà Giorni dell’Eden, il nuovo album della Casa del vento.
Sono passati tre anni dal loro ultimo album in studio, tre anni che hanno visto un lavoro gomito a gomito con la scerdotessa del rock, Patty Smith, con la quale hanno condiviso il palco in alcuni concerti italiani ( e non) riarrangiando alcuni pezzi e collaborando per altri nuovi.
Folk, di quello balcanico ed irlandese già sperimentato in precedenza, bilanciato, venato e irruvidito da rock potente e preciso, consapevole del momento in cui farsi da parte per ballads ed inframezzi toccanti e nostalgici. Un album che vede la collaborazione di molti artisti, in fondo una casa è predisposta ad ospitare gli amici: il rapper marocchino Youss Yakuza (in Hurriya); Francesco Chimenti cantante dei Sycamore Age (in Rose di Marzo); Daniele Sanzone voce dei A67 (ne L’inferno e la Bellezza); Violante Placido aka Viola (in Icarus) e Lenny Kaye chitarrista di Patti Smith che suona all’interno di Giorni dell’Eden.
Alziamo gli occhi, allora, e col naso rivolto al cielo proviamo ad accarezzarlo, il cielo.
Le nuvole, sono proprio loro ad aprire l’album ed a trasportarci lontano, in alto. Portato dalle nuvole. C’è un cielo da raggiungere, lontano dall’odio e dal dolore, un cielo colorato dall’eleganza del violino e dall’energia rock delle chitarre: necessarie per volare via. La chitarra arpeggiata nell’intro di Giorni dell’Eden riesce a distendere l’animo cullandoti dolcemente come una ninnananna notturna.  Adesso è l’acqua l’elemento che ci accoglie: in fondo quale soggetto migliore per dondolarci e cullarci un po’? Non arrendersi è l’imperativo sussurrato delicatamente nel testo: ci saranno i giorni dell’Eden che ci faranno addormentare, dolci.  Si insinua fin dentro lo stomaco il riff di chitarra elettrica sul finale, in cui Luca Lenzi canta “don’t fear i will be there to dry your tears”. Patty Smith lo aveva decantato al termine di Ogni Splendido Giorno durante l’ultimo tour. Emozionante. Acqua e lacrime, un’assonanza naturale. Berlin Serenade, una città che sogna e ci fa sognare, che dorme e che ci accarezza col suo cielo. Acqua del fiume che scorre e trascina via i ricordi, un cuore verso il quale ritornare. È sempre la dimensione naturale che ci guida tra le sapienti sviolinate ed i sussurri di fisarmonica. Ci accoglie decisa e potente La parola rende uguali, così come potente e preciso è il messaggio che ci vuole lasciare: nessuna paura della forza del sapere, è solo così che si può costruire una libera coscienza. La poesia che innalza la morale: usare la parola, innalzare la propria educazione è così che ci si può rialzare e non essere schiacciati dall’ignoranza; è la parola che ci rende uguali e rafforza le nostre ali. Vogliamo o no raggiungerle queste nuvole? Delicatezza, arpeggi leggeri, ali e partenze danno vita ad Icarus. La voce di Violante Placido aiuta a rendere l’atmosfera ancora più areata, più sollevata. È il sole ed il nuovo giorno l’obiettivo di questo viaggio. Il respiro, la funzione più naturale ed indispensabile per un essere umano. Just breathe, cover dei Pearl Jam, riarrangiata con Francesco Moneti (Modena City Ramblers) e Lenny Kaye. Gran pezzo già in origine, reso ancora più disteso e struggente grazie all’acusticità, alla resofonicità e alle armonie ricreate. Essenziale, naturale, inevitabile, come il respirare. Energia, carica e rock’n’roll per L’inferno e la bellezza, il pezzo che chiude l’album.  La voce di Daniele Sanzone rende ancora più ruvidamente sensuale il pezzo. Siamo all’inferno, la bellezza potrà salvarci, oppure no.
L’Eden della Casa del Vento è un insieme di mood e di elementi natutali, essenziali ed elementari, nell’accezione migliore del termine. È un disegno semplice, colorato con i pastelli, che può venir fuori dalle mani e dalla fantasia di un bambino: le nuvole, il cielo, il sole ed il fiume. La bellezza, il nostro inferno. Dalla semplicità di questo disegno ne nasce un quadro dal tratto delicato e trasportante che ingloba significati urgenti e umanamente complessi. Importante ed indispensabile essenzialità, come il respiro, come la bellezza, come alzare il naso verso il cielo e cercare di sfiorare le nuvole.

Credits

Label: Mescal – 2012

Line-up: Luca Lanzi (voce, chitarra acustica, banjo), Sauro Lanzi (fisarmonica, tromba, trombone, thin whistle), Massimiliano Gregorio (bassi), Fabrizio Morganti (batteria, percussioni), Andreas Petermann (violino), Riccardo Dellocchio (chitarra elettrica, dobro, steel guitar)

Tracklist:

  1. Portato dale nuvole
  2. L’acrobata
  3. Giorni dell’Eden
  4. Hurriya feat. Youss Yakuza
  5. Berlin Serenade
  6. La croce su di te
  7. La parola rende uguali
  8. Icarus feat. Violante Placido aka Viola
  9. Just breathe feat. Francesco “Fry” Moneti (MCR) e Lenny Kaye
  10. Rose di Marzo feat. Francesco Chimenti
  11. L’inferno e la bellezza feat. Daniele Sanzone

Links:Sito Ufficiale, Facebook

L’inferno E La Bellezza – Streaming

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