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La notte delle coincidenze: Marta sui tubi (+Il disordine delle cose) @ TPO (BO) 10-11-12

Certe serate le attendi con grande impazienza perché già sai che saranno memorabili. I ricordi si uniranno alle emozioni creandone di nuove, e così gli amici al tuo fianco modificheranno gli eventi e aggiungeranno importanti dettagli al personale archivio delle cose da ricordare, per non perdere mai di vista di cosa si è fatti, perchè è indubbio che noi tutti siamo fatti di ricordi (ancor più che d’acqua). “In fondo anche un pianeta non è altro che una scatola un po’ sferica”, e noi al suo interno altre scatole, più o meno colme di leggeri foglietti, piegati e scritti a mano, con sopra uno schizzo o una fotografia, un urlo, un sospiro, colori, testi di canzoni. Appunti singolarmente insignificanti, capaci di acquistare valore nel complesso di un’esistenza votata esclusivamente a collezionare, coltivare, condividere e vivere belle emozioni.
È con questi pensieri che mi sono approcciato al concerto che i Marta sui tubi hanno tenuto al TPO di Bologna in questo autunno che ci copre di foglie gialle. Un concerto speciale, per chiudere un anno di tour per la band, di emozioni per i fans. Per i Marta sui tubi è stato certamente un anno ricco di eventi splendidi, altri troppo grandi per essere discussi in questa sede, ma di certo un giro intorno al Sole che ricorderanno, così come questa serata davvero fuori dal comune.
Il locale è pieno, caloroso e, come sempre a Bologna, ricco di una rappresentanza italiana davvero variopinta grazie alla presenza di giovani che da tutta la Penisola raggiungono la città per trascorrere qualche anno da studente. Per una band come i Marta sui tubi, suonare qui, ha un significato in più: Bologna è la loro terra adottiva, dove tutto iniziò dieci anni fa; una città che si ricorda delle prime esibizioni di Giovanni e Carmelo e dell’inserimento di Ivan, e di quel bagaglio di emozioni uniche che i Marta sui Tubi hanno portato in città.
Al TPO è stata una festa che i Marta sui Tubi hanno rivolto alla città, agli amici di sempre e ai tanti giovani che li hanno raggiunti poco a poco fino ad ora: per questo la band ha deciso di suonare tre ore di musica, senza tante ciance: trenta canzoni in scaletta, per non fare scontento nessuno, per essere esausti e felici.
Il disordine delle cose aprono la serata con i giusti colori e bellissime melodie che ben si accostano alle sonorità “dei Marta” che iniziano con Via Dante e Una donna e la sua semplicità dal secondo album C’è gente che deve dormire. I brani poi si susseguono saltando da un album all’altro, di anno in anno, a zig zag nel tempo, e come si diceva all’inizio, nei ricordi. Ora tante cose sono cambiate dai primissimi lavori della band, e la più sorprendente anche nei live è di certo la qualità. Assistendo ad un’esibizione dei Marta sui tubi di oggi ci si accorge di quanto lavoro ci sia alle spalle, di preparazione e precisione: il suono è curato fino nei dettagli, il palco è tenuto da tutti in modo spontaneo ma anche molto spettacolare, le luci sono studiate e diventate parte integrante dello spettacolo.
Questa sera al TPO è davvero una festa: sia la band che il Fans Club hanno preparato tante sorprese che vanno a colorare “una tela avanzata da un bravo pittore”.
Le paure del pubblico prendono forma in fogli e scritte estratte a sorpresa durante L’unica cosa (“l’unica cosa che devi fare è massacrare le tue paure”); Giovanni è sorpreso e pure emozionato nel ringraziare il pubblico di questa azzeccata trasposizione del suo brano. Più tardi bolle di sapone si alzano dalle prime file verso il palco e creano semplici ma delicati giochi di luce; per finire coriandoli scoppiano nell’aria come nelle migliori feste. Il clima non è quello “del concerto”, ma quello di una rimpatriata tra amici, di un party di fine anno, di un “arrivederci, è stato bellissimo”, torna presto!”, con quella informalità e condivisione sincera, difficile da trovare in altri palchi.
Ci sono momenti poi che non lasciano scampo. Ti prendono alla gola e ti trascinano via. Sono momenti incantati e pieni di passione quelli che accompagnano Le rondini di Lucio Dalla nel loro aggraziato volo seguito dagli occhi commossi di tutta la sala; sono invece quasi dolorosi nella loro intensità, ma colmi di uno stupore vecchio come i più nobili dei sentimenti, quei minuti che abbracciano una tripletta veramente impressionante, anche grazie all’aiuto di un ospite d’eccezione come Cristiano Godano dei Marlene Kuntz. Nuotando nell’aria (un regalo inaspettato e graditissimo), L’abbandono (ancora insieme a Cristiano) e Post (introdotta da una toccante Amore che vieni amore che vai di De Andrè). La forza di quest’ultimo brano si concretizza nell’affascinante silhouette di una ballerina acrobata che, dietro un telo semitrasparente, proietta le sue evoluzioni danzanti sui tessuti aerei offrendo lo splendido contrasto di un corpo legato, ma comunque leggero e vivo, forse solo, sofferente, in cerca di redenzione (“sì, conosco questa solitudine / e gli esercizi di eleganza delle nostre articolazioni”).
A questo punto del concerto si è quasi giunti alla fine. L’equilibrista, Sei dicembre, Di vino, Compleanno e per terminare una liberatoria Coincidenze che ha portato Giovanni a cimentarsi in una vera e propria nuotata sul pubblico che lo sosteneva tanto con le mani, quanto con l’affetto per questa band.
I Marta sui tubi sono una realtà unica in Italia che, in relativamente pochi anni, ha raggiunto un successo capillare e molto vasto. Il lavoro, la semplice simpatia, la qualità della proposta hanno ripagato la band con la moneta migliore, che è quella della stima da parte di tanti. Indubbiamente alcuni possono non apprezzarli, alcuni possono giudicare negativamente determinate scelte o criticare alcuni dischi, alcuni poi probabilmente rosicano proprio osservando il loro successo, ma è limpido ed oggettivamente impressionante quanto calore il pubblico ogni volta doni a loro. La cosa ancor più piacevole è che di tutto ciò Giovanni, Carmelo, Ivan, Mattia, Paolo se ne accorgono, ed è per questo che si realizzano serate come La notte delle Coincidenze al TPO. Serate nelle quali il concerto dura fino a tardi, rimani nel locale con gli amici e a chiacchierare con la band,  ti trovi a dare un passaggio in auto a sconosciuti, e vai a dormire davvero finalmente sereno. “Le parole sono bolle d’aria, che si formano, sotto la lingua”, in particolare i “grazie”, aggiungerei. (Foto di Emanuele Gessi – Lost Gallery)

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