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Quintale – Bachi da pietra

Coriaceo manto più scuro quello dei Bachi da pietra e si chiama Quintale: il nuovo disco previsto in uscita l’8 Gennaio 2013. Covato e assemblato in ogni sua parte, questo è un lavoro estratto dalle profondità della terra, passato per la pietra, generato dal metallo. Il suono è limpido e si esprime in tutta la sua durezza. Giovanni Succi e Bruno Dorella danno vita ad un progetto dalle caratteristiche ben delineate, dove il genere pietra si sposa con il rock’n’roll urlato e graffiato compresso sotto spirito. Haiti, il primo brano, colpisce di stridori. Elucubrazioni di chitarra disegnano il percorso tortuoso del baco. Pioggia di fragori hardcore incombono fino alla fine assieme alla voce materica. “I versi restano e fanno male”: Brutti versi registra ritmiche serrate che fanno da sfondo ad una specie di buon consiglio, ironico ma non troppo. Coleotteri sfoggia tempi metal, tra vortici di batteria e vomito indissolubile di parole che arrivano come sassi, schiaffi imbrigliati in assonanze ipnotiche: “sei libero coleottero di essere come ti vogliono”. Una chitarra dai risvolti melanconici, quella di Giulio Ragno Favero che partecipa alla realizzazione di questo disco, apre Fessura. Distorsioni a fare eco ad una melodia più distesa rispetto a ciò che si è ascoltato fino ad ora, così come anche la voce che si diletta in un parlato al passo con l’incedere nel nero fitto della coscienza. Funesto dialogo tra chitarra e batteria introduce Mari lontani che si dispiega in un susseguirsi di strumenti in marcia mentre le parole ormeggiano la dispersione e le realizzazioni stucchevoli “come si incontrano gli occhi che ami”. Il fulcro del disco è Paolo il tarlo: un Credo rumorizzato e strappato tra materie opposte, paradossi resi malleabili ed incendiari. Ineluttabilmente lo stomaco si contorce, stomaco e Sangue, ecco cosa compone questa zavorra, il Quintale che i Bachi tessono. Un lavoro di sintesi tra il minimalismo degli strumenti e la pienezza del suono, l’eco complessa  che questo produce. Ma anche no, ultimo brano, rende chiaro il mantenuto contatto con la terra: “anche il muschio sogna”. Dal primo album, Tornare nella Terra, tempo ne è passato ma il bozzolo non è mai divenuto farfalla perché non c’è seta ma solo pietra. E la musica non può essere leggera e sospesa, ma gratta, scava il suolo fino alla viscere.

Credits

Label: La tempesta dischi – 2013

Line-up: Bruno Dorella (pietra) – Giovanni Succi (pietra)

Tracklist:

  1. Haiti
  2. Brutti versi
  3. Coleotteri
  4. Enigma
  5. Fessura
  6. Mari lontani
  7. Io lo vuole
  8. Pensieri parole opere
  9. Paolo il tarlo
  10. Sangue
  11. Dio del suolo
  12. Ma anche no

Link: Facebook, Sito ufficiale

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