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La felicità non dovrebbe essere un lusso, ma un diritto di base: intervista ai Sikitikis

I Sikitikis sono una delle più belle realtà della musica italiana di oggi. Freschi, ironici, taglienti, con quel suono dall’incedere un po’ naif e vintage, con i loro testi mai banali ed immediati, fanno lo slalom tra rock, jazz, funk, punk, prog, surf-pop. A due anni da Dischi Fuori Moda, tornano con Le belle cose in free-download dal loro sito. Un album solare, ricco di richiami alla musica anni ‘60 della scena italiana ed internazionale, senza per questo perdere l’originalità di una band dalla forte personalità che con gli anni ha centrato ottimi risultati di pubblico e di critica, con testi lontani da ogni banalità che raccontano la vita, l’amore, le forme della protesta, la quotidianità del vivere. Abbiamo parlato con Diablo e Jimi de Le Belle Cose.

Premesso che i dischi sono fuori moda, ma che io purtroppo, o per fortuna, sono di quella generazione che ha visto passare per la sua casa vinili, cassette e cd, vi domando: quando sarà disponibile in cd il vostro Le Belle Cose? Ci spiegate la vostra decisione di dar vita ad un disco antidisco da scaricare gratuitamente via internet?
Jimi: Fondamentalmente perché volevamo rendere la nostra musica accessibile al maggiore numero possibile di persone. La scelta rientra, inoltre, in un insieme di “atti di rottura” con la discografia tradizionale ed il modo di veicolare la musica indipendente che, come band, stiamo sostenendo. Le Belle Cose è partito inizialmente come progetto “disco-anti-disco” nel senso che, a partire dall’inverno 2011 fino all’estate scorsa, abbiamo caricato sul nostro canale YouTube solo una canzone al mese (spesso con relativo videoclip), poi a novembre abbiamo reso l’album completo scaricabile gratuitamente da Rockit. E quel link rimarrà sulla rete nonostante l’uscita di un’edizione limitata in cd: un oggetto da collezione per veri feticisti.

Qualche tempo fa avevate annunciato, con comprensibile entusiasmo, di avere firmato con la Sugar di Caterina Caselli poi siete tornati sulla scena con degli inediti autoprodotti in download gratuito. Qualcosa non è andato come vi aspettavate all’interno della discografia, per così dire, tradizionale?
Jimi: Premesso che con Sugar abbiamo firmato un contratto editoriale (non discografico), ho anticipato la risposta e qui la riconfermo: la discografia tradizionale non basta più o almeno non alle band indipendenti. Pensa soltanto a come i social networks e YouTube hanno cambiato i termini della promozione e della comunicazione per una band. Oggi conta più un click sul video che una conferenza stampa.

Tornando a Le belle cose, al mio orecchio è parso, nonostante il filo che lo lega al vostro precedente Dischi Fuori Moda, di ironica riflessione sulla quotidianità della vita personale e del vivere nella società, musicalmente più leggero e ancora più scarno di fronzoli testuali rispetto al vostro recente passato. Pare più forte l’urgenza di arrivare dritti al nocciolo per dare più valore a ciò che mettete sul piatto con le vostre undici tracce…
Jimi: Sono d’accordo, personalmente trovo che la tracklist di questo disco sia la più compatta di sempre; Le belle cose è un disco coeso, una sorta di “concept album”, se vogliamo, ricco di citazioni e omaggi, ma proiettato più che mai verso il futuro musicale dei Siki.

La mia piccola rivoluzione propone una serie di immagini casalinghe, semplici, di immediata speranza, Le Belle cose (titletrack dell’album) è una sorta di mantra contro la bruttezza che cerca di vincere sulla bellezza, ascoltandole le ho da subito percepite come una sorta di nuova pulita protesta contro l’attualità di questi tempi. Le avete pensate così anche voi o sono totalmente fuori tema io?
Diablo: hai fatto decisamente centro. Ti dirò di più, sei riuscita a individuare il focus dell’intero album.Non so se si tratta propriamente di una forma di protesta, ma senza dubbio c’è la voglia di vedere la bellezza come elemento di rottura fondamentale piuttosto che soltanto come accessorio. Le belle cose, alla fine, sono tutte quelle necessarie a rendere la nostra vita felice. Ricordandoci sempre che la felicità non dovrebbe essere un lusso, ma un diritto di base.

Le influenze di Celentano, Gaetano, e lo stile anni ‘60 nostrano e di Oltremanica sono ben evidenti in questo lavoro, anche se l’originalità musicale dei Sikitikis resta indubbia. Alla luce di questo “amore” per quel periodo, indimenticabile per il pop, cosa hanno provato i Sikitikis solcando la porta degli Abbey Road Studios per la masterizzazione de Le belle cose?
Jimi: parafrasando la parodia di un noto imprenditore, “è stata una shenciashione bellisshima che ci ha fatto shentire al top!”
Diablo: io non mi sento Briatore, ma è stato figo!

C’è un unico Sikitikis che scrive i testi o è un lavoro di collaborazione di tutti i componenti del gruppo?
Diablo: Scrivo gran parte dei testi da solo, ma devo dire che spesso sono utili e stimolanti dei momenti di confronto con i miei compagni o con altri autori, come Daniele Garzia (cantante e autore degli Slim Fit). In questo disco c’è un pezzo in particolare (Soli) in cui il nostro produttore Manuele Fusaroli ha scritto intere parti di testo, che infatti porta la doppia firma.

Oltre al progetto Sikitikis, esiste Brain Department. Volete spiegarci di che si tratta e se è ancora in essere?
Jimi: Il Dipartimento Cervello rappresenta in qualche modo le radici dei Siki, il laboratorio sulla musica da film nel quale ci siamo formati e che ancora ricopre un’importanza centrale nella nostra esperienza. Con Brain Dept. diamo vita a colonne sonore, sonorizzazioni e reading teatrali, omaggiando spesso i nostri eroi cinematografici. L’ultimo progetto ci ha visto impegnati sui palchi del Palazzo delle Esposizioni a Roma e del festival Creuza de ma a Carloforte con la sonorizzazione de L’uomo con la macchina da presa di Dziga Vertov. Il laboratorio è sempre aperto.

Uno dei terreni più congeniali alla vostra musica è il live. Avete presentato il cd in casa, a Cagliari, il 23 dicembre scorso. È in programma un tour? Potete darci alcune date?
Jimi: Da marzo saremo in giro per l’Italia, da Vicenza a Roma, da Pisa a Treviso, da Milano a Torino. A fine febbraio avremo il calendario completo.

Le belle cose – Video

http://www.youtube.com/watch?v=ZpeCRs5ta20

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