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Riverginando il rock in bianche vesti: Afterhours Live @ Casa della musica (NA) 15/03/2013

Dopo quasi due anni, gli Afterhours ritornano a Napoli. Ad aspettarli una Casa della Musica colma al massimo (più di 1200 paganti!), a testimoniare che sarebbe stato un vero delitto per il pubblico  partenopeo non poter godere delle versioni live di brani provenienti dall’ultimo pluripremiato disco Padania, e ovviamente delle parentesi storiche riarrangiate e così credibili per la loro carica da spazzare via ogni singhiozzo di nuove band! C’è poco da fare, sono la matrice del vero rock italico, e saranno sempre un imprescindibile punto di riferimento. Saltano all’occhio le vesti bianche che indossano Manuel Agnelli e soci, quasi a voler rappresentare una provocazione, sempre ironica e antitetica a quella black-dark del Summer Tour 2010. Questo bianco dominante ci piace pensare sia il simbolo di una nuova giovinezza, di una riverginazione perfetta di una rock band che dopo vent’anni riesce ancora ad essere credibile su un palco. Mentre altre band del loro calibro perdono consensi tra le nuove generazioni, gli Afterhours li guadagnano. Questo è testimoniato da un pubblico attento, sincero e partecipe non solo per pezzi storici come Rapace, 1.9.9.6., La vedova bianca ma anche per brani più recenti come Padania, Costruire per distruggere, Io so chi sono e Nostro anche se ci fa male. Sa essere magica l’alchimia tra Manuel Agnelli e la band, in particolare coinvolge il dialogo serrato tra le tre chitarre che si muovono in sinergia creando un muro di suono compatto ed efficace. Notevole è sempre l’apporto del violino di Rodrigo D’Erasmo. I ripescaggi da una discografia densa e mai caratterizzata da passi falsi sono: Elymania, Veleno, Bungee Jumping, La sinfonia dei Topi, tanto per citarne alcuni. Sublime la cupa e oscura Varanasi Baby. La voce di Agnelli non subisce i morsi del tempo che passa, anzi, come un buon vino, diventa sempre più profumata e corposa, forte di sfumature uniche, e Metamorfosi è il suo regno perfetto. Quella voce unica e potente sembra aver fatto un patto col diavolo, conquistando una giovinezza nuova, estrema, ricca di consapevolezza e capace di nuovi percorsi. Il rock italiano resterà sempre vivo e vergine finchè ci saranno band come gli Afterhours.  (Gallery di Serena Mastroserio).

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