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Holy fire – Foals

Sfrontatezza: i Foals ne hanno parecchia da sfoggiare nel loro terzo album, Holy fire. La band di Oxford sfodera le carte migliori che possiede in undici giocate vincenti.
Il ritmo è l’elemento fondamentale che caratterizza l’intero album: chitarre, sessione ritmica, e persino il canto si articolano con un fare sinuoso ed incalzante su complesse architetture a cavallo tra rock e pop più commerciale.
C’è chi lo chiama prog-funk, chi riconosce il math-rock, e chi rimane semplicemente stupito dalla capacità di unire l’approccio strumentale rock a brani anche estremamente orecchiabili senza mai “sputtanarsi” veramente. Equilibrio e senso della misura, oltre un suono davvero perfetto che denota una produzione curata per un disco che lascerà il segno in questo 2013.
La potenza di Inhaler, grazie al suo canto in falsetto nella strofa, riesce benissimo a lanciare la più danzereccia My number mentre la successiva Bad habitat apre la sua melodia a paesaggi più vasti e ad una boccata di aria fresca. Everytime si tinge di cupo per poi colorarsi nel finale; Late night riprende le tinte scure con un brano più introspettivo che però non riesce a fare a meno di un bellissimo assolo di chitarra vagamente funkeggiante. Providence stupisce con il suo finale potente ed elettronico, capace di far esplodere i palazzetti in infuocati live. Una base ritmica costante e magnetica è la solida struttura alla quale si avvolge, morbida, l’unica ballata del disco: Stepson è un brano struggente ma credibile, capace di emozionare. Il soffice viaggio spaziale di Moon chiude il disco con un fare ipnotico; l’ascoltatore stremato si lascia andare ai suoni dilatati ed eterei che la band inglese riserva solo per l’ultimo brano, come un’oasi di quiete.
Questo dei Foals è un album di qualità nel quale risalta la capacità di autodefinizione del proprio percorso. Con questi suoni e l’innata capacità di coinvolgimento (provare per credere: il piede parte da solo che nemmeno te ne accorgi) per i Folas deve essere stata molto forte la tentazione di trasformarsi in semplici commercianti, ma per ora la band di Philippakis si mantiene coerente, nonostante in terra inglese le classifiche la premino ormai da anni.

Credits

Label: Warner Music / Transgressive Records – 2013

Line-up: Yannis Philippakis (voce, chitarra) – Jimmy Smith (chitarra) – Walter Gervers (basso, cori) – Edwin Congreave (tastiere, cori) – Jack Bevan (batteria); hanno partecipato inoltre Ric Elsworth (percussioni, marimba) e la London Contemporary Orchestra

Tracklist:

  1. Prelude
  2. Inhaler
  3. My Number
  4. Bad Habit
  5. Everytime
  6. Late Night
  7. Out of the Woods
  8. Milk & Black Spiders
  9. Providence
  10. Stepson
  11. Moon

Link: Facebook, Sito ufficiale

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