“La poesia è la musica dell’anima” (F. De Andrè). E quando musica e poesia si uniscono cosa succede? Avviene la magia. Magia racchiusa ne L’alveare, nuovo album de Le maschere di Clara pubblicato il 2 aprile. Il trio veronese (che prende il nome da Clara Wieck, moglie di Schumann) si ripresenta dopo lo splendido esordio del 2011 (Anamorfosi) con un album intenso che fonde il mondo della musica con quello della poesia attraverso un mix perfetto tra classica e rock sporco e maledetto. L’album è stato registrato al “The Basement” Studio di Federico Pelle con la collaborazione speciale di “Dave” (Davide Venco), sound engineer londinese degli Abbey road, Strongroom e Britannia Row Studios, che ha collaborato con numerosi artisti internazionali (Anna Calvi, i Klaxons, Killing Joke, The Charlatans) e si avvale della mano di Andrea Battistoni, il più giovane Direttore d’orchestra mai salito sul podio del Teatro alla Scala.
L’alveare de Le maschere di Clara è un posto dove api laboriose creano note, regalano emozioni costruendo un album ricco di distorsione e melodia che punta l’attenzione sull’essere umano nella sua totalità, con le sue emozioni e la sua storia. I temi affrontati sono il male, la guerra, il razzismo, la disillusione e la riflessione sul dolore e sul potere costruttivo dell’amore. Un alveare dove il violino di Laura Masotto s’infila nell’anima con il suo pungiglione e l’attraversa seguendo i solchi segnati dal tappeto di note e battiti furiosi che escono dal basso di Lorenzo Masotto e dalla batteria di Bruce Turri. Nove brani che, attraverso i titoli, omaggiano altrettanti autori della letteratura italiana e che colpiscono a fondo con testi crudeli e viscerali. Si passa dai Rasoi di Seta di Alda Merini (dedicato a chi crede nella forza della poesia e della musica) al Leopardi di A sé stesso (brano sulla disillusione nei confronti dell’esistenza umana). Forse il cuore omaggia Quasimodo scagliandosi contro l’orrore e le devastazioni provocati dalla guerra. Un brano intenso, violento che lascia una speranza di poter comunque coltivare fiori sulle macerie di quello che resta del nostro cuore. Il Fu Mattia Pascal di Pirandello è un mezzo per raccontarci della menzogna e dell’illusione di poter cambiare la realtà. Arriva anche il momento della riflessione sull’orrore dei campi di concentramento attraverso l’omaggio a Se questo è un uomo di Levi. Non mancano un omaggio a Montale (Satura), a D’annunzio (Notturno) e a Calvino (Collezione di sabbia). L’album si conclude con la citazione di Dante e dei celebri versi del suo Inferno Fatti non foste a viver come bruti…. Come nell’album precedente, non mancano le citazioni classiche: il tema del Lawrence d’Arabia, il quintetto di Schumann, Prokofiev, dal balletto Romeo e Giulietta e Lascia ch’io pianga, aria tratta dal Rinaldo di Haendel. Elementi che confermano la ricercatezza del lavoro de Le maschere di Clara.
L’alveare è un album che arriva dritto allo stomaco. Un pugno sferrato con forza che lascia storditi e travolge con la sua intensità confermando Le maschere di Clara come realtà innovativa e del tutto priva di schemi.
Credits
Label: Materiali Musicali – 2013
Line-up: Lorenzo Masotto (voce, basso, piano) – Laura Masotto (voce, violino elettrico) – Bruce Turri (batteria)
Tracklist:
- Rasoi di Seta
- A sé stesso
- Forse il cuore
- Il Fu Mattia Pascal
- Se questo è un uomo
- Satura
- Notturno
- Collezione di sabbia
- Fatti non foste a viver come bruti…
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