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Se Mozart avesse potuto imbracciare una chitarra?: intervista a Le maschere di Clara

Arrivano dal Veneto e, con la loro musica che mischia abilmente classica, rock, prog lasciando gli ascoltatori storditi, rappresentano una delle realtà più innovative e d’impatto del panorama italiano: stiamo parlando de Le Maschere di Clara. Lorenzo e Laura Masotto e Bruce Turri hanno appena dato alle stampe il loro nuovo album, L’alveare (uscito il 2 aprile), disco che prende spunto dalla letteratura per declinarsi in nove brani che confermano le enormi potenzialità della band. Abbiano posto loro un po’ di domande per addentraci ancora una volta nel loro mondo, per capire meglio la loro arte. (A se stesso è in streaming autorizzato; foto di Valentina Cesta)

Il 2 aprile avete dato la luce a L’alveare, il vostro nuovo album. Ci volete raccontare da dove nasce questo titolo?
L’alveare rappresenta l’idea della nostra musica: il ronzio esterno delle api e la rigorosa laboriosità interna sono l’esempio della distorsione che utilizziamo e la meticolosità armonica ispirata dalla musica classica.

L’alveare è un album affascinante, che mescola la letteratura con la musica. Come avete scelto gli artisti a cui ispirarvi per i vostri testi?
Abbiamo cercato nella letteratura italiana ciò che più ci ispirava, tutto quello che sentivamo vicino alla musicalità dei brani. Avremmo voluto dedicare spazio a tutti i grandissimi, ma non era possibile. Lo faremo: scrittura e musica sono due arti incredibilmente affini.

I vostri video sono sempre molto forti, d’impatto. Ho letto che è in preparazione il primo videoclip tratto da L’alveare. Ce ne volete parlare?
Preferiamo non dire niente! Ringraziamo tutti i ragazzi di Red Rose Film che hanno reso possibile il video, Metro Music Network e il M.E.I. per la preziosa collaborazione. Sarà una sorpresa!

La vostra musica è un connubio perfetto tra la classica, il prog e il rock. Un mix che rende il vostro sound fuori da qualsiasi schema, tanto che la stampa si lancia nelle definizioni più disparate. Voi come vi definite?
Lasciamo che l’ascoltatore sia libero di interpretare la nostra musica come meglio crede. Etichettare la musica impone determinate classi e generi, crea mode e business, classifiche di vendita e manipolazioni di pensiero. L’ascolto della musica dovrebbe tornare ad essere una pratica libera, un veicolo di emozioni e di sensibilità che sono la base della cultura e dell’anima, in tutte le arti.

Violino, pianoforte e contaminazioni con la musica classica sono elementi fondamentali per Le Maschere di Clara. Quando conta avere una base classica per fare musica?
Per la musica che proponiamo conta tantissimo. Avere una preparazione classica ti permette di partire subito nella creazione di un brano e nel poter raggiungere velocemente quello che avevi in testa, tralasciando tutta la parte tecnica sullo strumento che spesso le band devono affrontare all’inizio. La conoscenza del passato ti permette di poter creare qualcosa di nuovo, fondere il passato con il presente per dare qualcosa al futuro. Se Mozart avesse potuto imbracciare una chitarra?

Nell’album Anamorfosi avete evidenziato le similitudini tra musica e pittura, con L’Alveare vi siete spostati sulla letteratura. Cosa hanno in comunque queste tre forme d’arte?
L’arte è la sintesi dell’espressione umana. Per esprimere uno stato d’animo si possono usare tante tecniche diverse che rendono l’uomo in grado di descrivere la complessità della vita.

Ci sarà un tour legato al nuovo disco?
Ci stiamo lavorando, abbiamo già parecchie date che ci porteranno a suonare in Italia e all’estero. Non vediamo l’ora di poter riprendere l’attività live, è lì che il nostro pubblico potrà cogliere interamente l’essenza del nostro progetto. A breve renderemo tutto ufficiale!

A se stesso – Streaming

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