A distanza di sette anni dal precedente album sono tornati gli Knife. Dopo tanti altri progetti artistici paralleli, i fratelli Dreijer non nascondono la loro volontà: scuoterci dall’assuefazione alla “realtà” circostante. Ci sono riusciti? Discutibile.
I primi due brani, A tooth for an eye e Full of fire sono pezzi elettronici che strizzano l’occhio a Björk e non hanno timore di abbracciare una melodia definita che li rende facilmente apprezzabili. Diversamente quasi tutto il resto dell’album, seppur a tratti estremamente affascinante, manca di quei dettagli per rendere i singoli pezzi riconoscibili, memorizzabili. Shaking the habitual si muove fluido, come un flusso di coscienza. Elettronica minimale incontra sonorità tribali e canti distorti.
Gli Knife sembrano voler mettere in discussione tutto, compresa l’identità dell’uomo. Gli Knife non accompagnano l’ascoltatore all’interno del loro mondo ma si limitano a spalancare le porte di un tempio elettro-pagano nel quale si compie un torbida baccanale sintetico e digitale.
Per i più eclettici tra gli appassionati del genere Shaking the habitual sarà riconosciuto come un disco sensazionale, ma molto probabilmente non avrà il successo duraturo che essi sperano. Quest’ultimo album degli Knife non è un album. Forse è qualcosa “oltre” la musica, e proprio per questo trova difficoltà a venir proposto solitario. Questa musica è inscindibile da una componente visuale, che sia un videoclip o una performance di carattere teatrale. Per questo, pur non attirando il consenso univoco del pubblico, i live dei fratelli Dreijer sono ricchi di ballerini, performer, costumi, oltre che un particolare spettacolo di luci.
Gli Knife vogliono indubbiamente vestire i panni degli innovatori e, come accade in ogni ambito, quel ruolo attira critiche. L’innovatore è sempre visto un po’ come un pazzo che gioca con effetti speciali ottenendo un facile stupore. Se è così anche per gli Knife solo in futuro si potrà dirlo con certezza. Resta però che ora per la stragrande maggioranza della gente Shaking the habitual è riconosciuto come puro tedio.
Credits
Label: Rabid – 2013
Line-up: Karin Dreijer Andersson – Olof Dreijer
Tracklist:
- A Tooth For An Eye
- Full Of Fire
- A Cherry On Top
- Without You My Life Would Be Boring
- Wrap Your Arms Around Me
- Crake
- Raging Lung
- Networking
- Oryx
- Stay Out Here
- Fracking Fluid Injection
- Ready To Lose
Link: Sito Ufficiale, Facebook
A tooth for an Eye – video