Il progetto Spiral69 nasce nel 2007 da un’idea di Riccardo Sabetti, musicista romano che dopo la collaborazione con gli Argine, esperimento new wave partenopeo, decide di iniziare una nuova avventura in solitaria e nel corso delle registrazioni del primo album sceglie questo particolare nome che deriva dal titolo di un film porno tedesco degli anni ottanta. Nel 2009, in seguito ad una serie di concerti, si uniscono a Sabetti Licia Missori al piano, Enzo Russo alla batteria e Stefano Conegliaro alla chitarra a cui è subentrato poi Andrea Freda.
Ghost in my eyes è il loro terzo album e si presenta forte della produzione internazionale di Steven Hewitt, ex batterista dei Placebo e Paul Corket, tecnico del suono degli stessi Placebo, dei Cure, dei Radiohead, solo per citare alcuni nomi.
Ghost in my eyes si compone di otto tracce, tutte assimilabili a sonorità gotic-dark declinate però con accenti ogni volta diversi. È così che da un lato troviamo pezzi dalla natura elettronica come Dirty e Please dove il sound si può accostare a quello dei Depeche Mode, e dall’altro brani più melodici e struggenti come Fake love, una ballad molto new wave con il suo crescendo quasi epico, per arrivare alle note più scure, dense e sofferte della titl track che chiude il disco. Quest’ultima è forse l’episodio migliore dell’album e ci fa un po’ dimenticare un incipit che tuttora, dopo numerosi ascolti, non riesce a convincere. Waves, brano di apertura dell’album, è forse troppo carico, pesante. Sembra voler fare da manifesto a tutto il disco e finisce un po’ per essere schiacciato dall’identificazione in un genere musicale che invece nel disco assume connotazioni molto più variegate e personali.
Credits
Label: Heliconia – 2013
Line-up: Riccardo Sabetti (voce, chitarra, basso, synth) – Licia Missori (piano) – Andrea Freda (chitarra) – Enzo Russo (batteria)
Tracklist:
- Waves
- New life
- No heart
- Fake love
- Dirty
- Please
- Low suicide
- Ghost in my eyes
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