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My dear no fear- Bad Apple Sons

Se qualcuno mi parla di new wave italiana a me automaticamente viene in mente il profilo della cupola del Brunelleschi e la linea argentea dei Lungarni, e non solo perchè stiamo parlando della mia città: Fiumani ed i Diaframma in primis, e poi i Pankow, i Neon ed i Litfiba.
A distanza di 30 anni, mese più mese meno, restando sempre tra le mura ormai cedute di Firenze, se allunghiamo bene l’orecchio, se respiriamo a fondo, se ci facciamo trasportare con famelica neutralità tra le nuove onde sonore, ci accorgeremo che lo spirito irrequieto di Ian Curtis, di tutti i Joy Division al completo, quello di Nick Cave e forse anche quello dei Talking Heads, non è stato nè dimenticato nè sepolto dai bpm dell’elettronica synthetica o da quelli ancora più sincopati della tecno minimale.
I Bad Apple Sons, lo spirito di cui sopra non solo lo hanno raccolto, respirato, ingurgitato e metabolizzato, lo hanno fatto proprio e trasformato in un album anacronisticamente contemporaneo.
Quattro elementi: Clemente Biancalani, David Matteini, Andrea Cuccaro e Andrea Ligia.
My dear no fear è il titolo dell’album, il secondo a distanza di quattro anni per il gruppo e prima produzione della neonata etichetta-collettivo Chic Paguro: 9 tracce in cui il post-punk e la new wave di quegli anni 80 di cui parlavamo prima strisciano con sospensione e cupa eleganza, grazie anche alla collaborazione con Paolo Mauri, storico produttore, tra gli altri, anche degli Afterhours.
La nenia vocale di apertura del disco, Free Neural Enterprise, accompagnata da una ritmica essenziale e da una chitarra drammaticamente distorta, ti apre le porte di una percezione onirica e neurale nello stesso tempo. Con Tempest Party si aumenta la velocità: ci sono i CCCP sul fondo della stanza, c’è un Nick Cave ad ascoltare proprio al centro della trama. The Holiest ha la carica energica di quei pezzi suonati di pancia nei garage improvvisati in sale prova; Ascend, a seguire, ti riprende per mano e ti riaccompagna a passo lento tra le onde distorte di una dimensione dilatata e psichedelica. La voce di Clemente Biancalani è profonda, pulita, con un accento ricercato che contribuisce all’oniricità del disegno creato.
My dear no fear è un disco complesso ma ordinato e coerente; un disco dal quale farsi trascinare. Sarà che noi fiorentini, da sempre, siamo un tantino campanilistici, ma io di questi miei concittadini post new-wave e varie, ne vado assai fiera.

Credits

Label: Chic Paguro.

Line-up: Clemente Biancalani (vocals, keyboards, strings arrangements) – David Matteini (guitars, backing vocals) – Andrea Cuccaro (bass, backing vocals) – Andrea Ligia (drums, winds, backing vocals)

Tracklist:

  1. Free neural enterprise
  2. Tempest party
  3. My dear and fear
  4. The holiest
  5. Ascend
  6. Cowards
  7. Black Monkeys
  8. No No
  9. Stop shaking rope

Links:Sito Ufficiale, Facebook

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