Quando hanno provato a descrivermi i Melampus, questo duo bolognese che io non avevo ancora mai ascoltato, come un duo new wave, molto anni ’80, non ero certa di trovare qualcosa di interessante. Solitamente amo un “genere” più caldo, diciamo, più “violento”, se così si può dire. Ma chi l’ha detto che la violenza, la forza, si debba necessariamente urlare, o dire sguaiatamente? I Melampus hanno una potenza espressiva, nella loro eleganza, nel loro ethereal wave, come si definiscono, nella loro apparente freddezza, che per me, a tratti, era quasi un pugno.
La ridondanza del sentire, questo ripetersi, questo dondolarsi, questa atmosfera buia, ma riflettente, che assorbe la luce, sono tutti elementi che rendono questo disco un lavoro di grande qualità, che quasi sembra assurdo sia nato in Italia. Un album onesto, che dice il necessario, che dura solo mezz’ora, che sembra quasi una confessione. La voce di Francesca Pizzo rasenta la perfezione, e la cosa più bella è che si tiene lontana dall’essere totalmente perfetta, al mio orecchio. C’è sempre quel sottofondo di vita reale, sentita, bruciante, che non la fa mai sembrare assente, distante, indifferente.
È sicuramente più difficile togliere che aggiungere, dare. La semplicità è la cosa più difficile da rendere.
Tra i brani che ho preferito ci sono Hungry people e Guardians.
I Melampus riempiono mezzora della nostra vita con questo piccolo gioiello in cui tutto è stato scelto, messo insieme con cura e cesellato fino a renderlo fragile, preziosissimo, essenziale.
Credits
Label: Riff Records/Locomotiv Records – 2014
Line-up: Francesca Pizzo (vocal, guitar, keyboards) – Angelo Casarrubia (drums, loops)
Tracklist:
- Warehouse
- 7 stones
- While we float
- Hungry people
- Rob
- Guardians
- GAD
- The gun
- Waltz for Nina
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