Home / Recensioni / Album / Well I’m just a modern guy – AA.VV.

Well I’m just a modern guy – AA.VV.

Prendete 17 artististi made in Emilia Romagna, regione che, musicalmente parlando, da sempre ci regala grandi soddisfazioni artistiche. A questi 17 artisti, tutti under 40, spolverateci sopra i glitter scintillanti del glam rock dei 70s, quello di Bowie, di Eno, di Lou Reed per intenderci, quello che in qualche modo è riuscito a scampare alle grinfie borchiate e quadrettate del punk.
Agitate il tutto con cura et voilà: il risultato lo trovate in streaming on line. Una compilation, un susseguirsi ritmico di artisti che da quei glamorous pezzi ci hanno ricreato cover riarrangiate e ripensate.
Suffragette City è rivisitata da Mel Previte & Oscar Arbelli Quartet: i fiati jazzati, intervallati da ritmiche ed assoli di chitarra sfacciatamente rock, danno vita ad una versione quasi interamente strumentale del brano di Bowie che acquista colore e terrenità.
The June ci regalano una nuova versione di Love is the drug dei Roxy Music: il mood spudoratamente 70s dell’originale è sfumato dal power pop e dal garage che già caratterizza i suoni del gruppo di Parma. Mix di generi apparentemente contrastanti ben risucito.
Julie’s Haircut e Violante Placido in Make Up di Lou Reed: la voce dalle tonalità sfuggenti e disincantate di Violante rendono il pezzo ancora più psichedelico. Una pennellata di fard, di quello rosso pesca di qualche anno fa.
Amateur Hour è affidata a Sara Loreni ft Bau. Forse il pezzo più rielaborato e riarrangiato è In Every Dreamhome (Roxy Music) preso a mano dai CRWDS. L’elettronica sincopata della nuova versione, ad un passo dal dance floor, spezza la malinconica e teatrale evanescenza del pezzo originale, arricchendolo di tensione ritmica e miscela sonora: esperimento davvero ben riuscito per il gruppo anonimo di djs e producers che al momento mantiene il mistero sull’identità dei propri componenti.
Satellite of Love (Lou Reed) prende le forme elettriche dell’indie grazie ai Draft.
Perfect Day, forse il pezzo più rischioso di tutti, vive in un’atmosfera synthetica creata dai Logo Pop; l’elettronica è delicatamente guidata da una voce tanto precisa quanto rispettosa del capolavoro originale. La coda del pezzo, un salire scomposto di sonorità vischiose ed appuntite rende il quadro creativamente interessante.
I Portfolio rendono Criminal Word di Bowie pienamente evanescente ed eterea. Bella la scelta di una voce femminile, elegante e perfetta per incorniciare le dinamiche di un gruppo dalla grande raffinatezza artistica e tecnica come i Portfolio.
Gli Agata reinterpretano e traducono in italiano 48 crash, che diventa quindi Il Crollo dei 48, mantenendo il clima ironicamente scanzonato dell’originale.
Chissà cosa direbbe il buon Alice Cooper della reiterpretazione ad opera di Setti del brano School’s Out, che si connota di sfumature tra l’irrequietezza grunge e la ritmica elettronica.
Nacho Fever è opera degli Science Picture/Duble Feature, un connubio di band emiliane che del famoso pezzo del Rocky Horror Pictur Show hanno fatto una versione garage tirata ed energica.
Mr K tinge di ruvidità il Lonely Planet Boy degli/delle, New York Dolls.
Hot One nella versione degli Soundtrack of summer è tanto potente quanto soavemente glam; fedele all’originale ma con un piede sul grunge e sul punk, dalle chitarre sporche e la voce rotolante.
Les Miz rendono Moonage daydream bowieniana all’enesima potenza: voce profonda e sensuale sul cantato intramata su partiture elettronicamente sintetizzate.
La Nightclubbing di Iggy Pop si rischiara di sonorità elettroniche grazie agli Evil Twins che, nonostante il nome, risultano molto meno grevi e trainspottiani dell’originale.
Il cerchio si chiude con gli Shinin’ Shame in Get it On, concretizzata, irruvidita e spolverata da quell’alone di brillantini con i quali i T Rex, per anni, l’hanno gloriosamente ricoperta.
Un esperimento ben riuscito; probabilmete i puristi ed i cultori del genere avranno già storto la bocca. Io sono rimasta piacevolmente colpita, soprattutto dalla qualità e dalla capacità dei musicisti in oggetto. Si ha l’impressione di passare per un attimo dalla patina argentata delle copertine delle riviste di fine anni 70s, quelle gloriose, lucide e sfacciatamente truccate, alle sale prove improvvisate in garage anneriti e consumati, dove, il talento, da sempre, trova lo spazio migliore.
Glam vs scatole di uova per insonorizzare le pareti: funziona!

Credits

Label: AntWork – 2014

Line-up: AA.VV.

Tracklist:

  1. Suffragette City – Mel Previte & Oscar Arbelli Quartet
  2. Love is the drug – The June
  3. Make Up – Julie’s Haircut feat Violante Placido
  4. Amateur Hour – Sara Loreni feat Bau
  5. In every dream home a heartache” – CRWDS
  6. Baby’s on fire – Magpie
  7. Satellite of love – Draft
  8. Perfect day – LegoLoop
  9. Criminal World – Portfolio
  10. IIl crollo del 48 (48 Crash) – Agata
  11. School’s out – Setti
  12. Science fiction/Double feature – Nacho Fever
  13. Lonely planet boy – Mr. K
  14. Hot one – Soundtrack of A Summer
  15. Moonage daydream – Les Miz
  16. “Get it on” – Shinin’ Shade

Link: Soundcloud

Well I’m just a modern guy – streaming

Ti potrebbe interessare...

fanali_cover_2024__

I’m In Control – Fanali

Immagini che si suonano. Suoni che si immaginano. Di nuovo in viaggio sinestetico con Fanali, …

Leave a Reply