Home / Recensioni / Album / La macchina del tempo – Madaus

La macchina del tempo – Madaus

recensione_LaMacchinaDelTempo-Madaus_IMG_201405Sono quattro musicisti che provengono dell’Accademia della musica di Volterra e si chiamano Madaus, un acronimo nutrito dai nomi dei componenti del gruppo (MADA) e il pronome US (noi) ed è allo stesso tempo la pronuncia della corrispondente parola inglese per manicomio (madhouse). L’atmosfera della città di Volterra fa da sfondo al disco d’esordio del gruppo, una realtà segnata dalla presenza del manicomio che è fonte di ispirazione per il loro primo lavoro: La Macchina del Tempo, un concept sullo scorrere del tempo e le sue sfaccettature.
Il suono che ci propongono i Madaus è raffinato, classico, ma al contempo unico e vitale grazie all’utilizzo di alcuni strumenti come la batarra (un basso composto con due corde da basso e tre corde della chitarra), pianoforte e basso preparato (inserimento di piccoli oggetti tra le corde degli strumenti, per variarne il suono).
Fin dalle prime note del brano d’apertura, 100 Cani, la classe e l’eleganza dei Madaus si mette in mostra anche grazie alla voce di Aurora Pacchi, impeccabile ed emozionante. Squarci di blues si fanno largo nel secondo brano, Il profumo della notte. La Macchina del Tempo, pezzo che titola l’album, è liberamente ispirato ai graffiti lasciati dal degente Oreste Nannetti sulle mura del manicomio di Volterra, presenza molto forte un po’ in tutto l’album. In nero e bianco è uno dei brani più classici dell’album: un pezzo malinconico che si muove sulle note del piano e l’incalzare della batteria. Invitango e Temp0 ci portano verso Pre-Potente, pezzo che parte delicato per poi lasciare spazio a riff più duri durante il ritornello. La seguente Ti porto via è un brano emozionante, struggente, poetico. Voce e strumenti si muovono in un dialogo perfetto in questo lavoro che ad ogni brano è una splendida scoperta. Io non so è il pezzo più anomalo: sperimentale senza stonare con il resto, arricchendolo. La chiusura è affidata alla strumentale Ombre cinesi, congedo di gran classe.
La macchina del tempo è davvero un ottimo esordio per i Madaus, suonato in modo impeccabile e che conquista al primo ascolto.

Credits

Label: Centocani/Audioglobe – 2013

Line-up: Aurora Pacchi (voce) – Marzio Del Testa (batteria) – Antonella Gualandri (piano) – David Dainelli (basso)

Tracklist:

  1. 100 cani
  2. Il profumo della notte
  3. La macchina del tempo
  4. In nero e bianco
  5. Invitango
  6. Temp0
  7. Pre-potente
  8. Ti porto via
  9. Io non so
  10. Ombre cinesi

Links: FacebookSito Ufficiale

La Macchina del Tempo – streaming

Suggestions

[amazon_enhanced asin=”B00HNSXCC0″ container=”” container_class=”” price=”All” background_color=”FFFFFF” link_color=”000000″ text_color=”0000FF” /]

 

Ti potrebbe interessare...

fanali_cover_2024__

I’m In Control – Fanali

Immagini che si suonano. Suoni che si immaginano. Di nuovo in viaggio sinestetico con Fanali, …

Leave a Reply