Marta Ascari non poteva scegliere un nome d’arte migliore che La Tarma. La tarma è un animaletto che rode il legno, scava, crea cunicoli, giunge nel profondo, e quando ti accorgi della sua presenza è troppo tardi. Proprio questo accade con il disco d’esordio de La Tarma: musica e parole di queste dieci sorprendenti canzoni riescono a fissarsi nella mente e a non staccarsi più. Le ricche melodie, complesse ed inusuali, hanno il potere di scalzare ogni altro ascolto dalla mente, invadendola; i testi stupiscono invece per l’originalità e per le inusuali scalate melodiche sulle quali sono costretti ad inerpicarsi.
Marta è giovanissima, appena ventiquattrenne, ma fin da bambina dice di desiderare un futuro da cantante. Prima gli studi di canto, pianoforte e composizione, poi più recentemente quelli di musica elettronica applicata al conservatorio di Bologna. Grazie alla sua caparbietà e alle sue indubbie capacità musicali, un’artista del calibro di Cristina Donà l’ha notata ed è così che ora Marta può vantare la pubblicazione del suo disco d’esordio, con la produzione artistica di Saverio Lanza.
Che genere suona La Tarma? Impossibile definirlo. Fortissima ed affascinante è la componente che riporta in modo netto agli anni ’80, sia nel canto che nelle sonorità e nelle costruzioni delle melodie. Troppo facile citare personaggi come Alice e Giuni Russo, ma è proprio lì che corre la mente. Forse sarebbe più corretto fare riferimento a Battiato, ma non si può nemmeno trascurare l’importante tocco femminile che ha ruolo fondamentale in tutto il disco.
Persino i testi, scritti insieme a Silvia Bartolini, sono originali e di qualità. Spunti letterari si fondono alla vita quotidiana, alle esperienze vissute, alla descrizione dell’universo in cui La Tarma vive e si muove.
Brani come Il sosia, Icastica, Zenone e Cuore d’argento sembrano davvero essere perfetti nel loro equilibrio tra complessità ed immediatezza pop. Fiori rari, Istanbul, Lo strappo nel cielo di carta svelano angoli più bui, romantici e rabbiosi dell’animo dell’artista mentre Il Sole mette in mostra le invidiabili capacità vocali de La Tarma.
La teatralità dei testi e dell’interpretazione trova forse la sua massima espressione in Mongolfiera e nella funambolica e divertente La bellezza delle cose. Al di là dei riferimenti letterari ed i significati, la particolarità dei testi è l’uso ritmico, la metrica delle parole diventa un vero e proprio strumento aggiunto.
Antitarma è un disco incredibilmente coraggioso, come pochi ne capitano. Non è rock da classifica, non è cantautorato “indie” italiano, non è banale pop radiofonico, niente di tutto ciò che vi può capitare di ascoltare in questo anni strani ed omologati.
Grazie a progetti come questo, con tutti i margini di crescita del caso, non mi stancherò di ascoltare musica sempre nuova, diversa, senza mai perdere entusiasmo, perchè dopo l’ascolto subito prendono posto i pensieri rivolti al futuro: “Chissà come sarà dal vivo? Chissà come evolverà nel tempo? Chissà quali altre strade incrocerà?”.
Credits
Label: Qui Base Luna – 2014
Line-up: Marta Ascari – Saverio Lanza – Fabrizio Morganti
Tracklist:
- Il Sosia
- Icastica
- Zenone
- Fiori neri
- Cuore d’argento
- Istanbul
- Lo strappo nel cielo di carta
- Il Sole
- Mongolfiera
- La bellezza delle cose
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