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Pierpaolo Capovilla – Obtorto collo

recensione_Capovilla-ObtortoCollo_IMG_201406Pierpaolo Capovilla non ha sicuramente bisogno di presentazioni: è un personaggio che, nel bene e nel male, da decenni anima le fila del cosiddetto “indie” di casa nostra con i suoi One dimensional man e con Il teatro degli orrori. È uno degli artisti che dividono di più il pubblico. Chi lo ritiene un genio e chi pensa sia semplicemente uno spocchioso. Come al solito, la verità sta nel mezzo: è evidente che l’ego dell’artista veneto è smisurato, ma è altrettanto evidente che ogni progetto in cui lui abbia messo mano è stato in grado di attirare l’attenzione del pubblico raccogliendo consensi.
Il 2014 è l’anno dell’uscita di Obtorto collo, primo album solista di Capovilla, che per le musiche si è affidato al musicista veneziano Paki Zennaro. L’album è stato prodotto, registrato e mixato da Taketo Gohara e vede anche la collaborazione di Giulio Ragno Favero in veste di produttore di alcuni brani.
Il titolo prende il nome da una locuzione latina in uso nel linguaggio comune per indicare l’accettazione, contro la propria volontà, di imposizioni esterne. E questa sorta di accettazione si può riscontare in tutto il disco, anche se non nella sua accezione passiva. Si può piuttosto parlare di una sorta di ribellione alle situazioni che ci circondano, tematica cara al cantautore veneto già nelle produzioni precedenti. Obtorto collo non è un disco facile, neanche per chi conosce bene la carriera di Capovilla: scordatevi il rock arrabbiato de Il teatro degli orrori (anche se già nell’ultimo album non era più così duro) perché in Obtorto collo il suono è reso più minimale, più intimo. C’è tutto il mondo di Capovilla in questo album. Ci sono i reading: esempalre è Invitami. C’è l’impegno politico: Irene, brano nato dall’incontro con una ragazza rom vista fuori dall’ospedale di Treviso; Quando, brano contro la violenza sulle donne; Ottandue ore, che racconta la storia di Francesco Mastrogiacomo, un maestro 58enne ingiustamente rinchiuso e deceduto dopo 82 ore di maltrattamento in una struttura psichiatrica. Ci sono storie personali, d’amore, come Il cielo blu, Dove vai e Come ti vorrei, che risultano essere i brani meno ostici dell’album. Trova spazio anche il lato più scuro di Capovilla, quello della title-track o di Bucharest, scritta nella capitale rumena lo scorso inverno.
Obtorto collo non è sicuramente un disco immediato: ha bisogno di diversi ascolti per essere capito e soprattutto ha bisogno di essere ascoltato togliendosi dalla testa il passato musicale di Capovilla. Imperativo l’invito ad ascoltare un album che a primo impatto farà storcere il naso a molti, anche ai fans storici de Il teatro degli orrori, ma che vale sicuramente la pena di essere approfondito e scoperto in tutte le sue sfaccettature, che sono poi quelle dell’anima dell’artista che l’ha realizzato.

Credits

Label: La Tempesta Dischi – 2014

Line-up: Pierpaolo Capovilla (voce, pianoforte) – Paki Zennaro (chitarra elettrica, chitarra acustica, campioni, organo, sintetizzatore, pianoforte, timpani, piatti) – Vincenzo Vasi (basso elettrico, theremin) – Fabio Rondanini (metallofono, batteria) – Sebastiano de Gennaro (campane, metallofoni, gamelan, vibrafono, sciabole, kalimbe, batteria, marimba, shakers, gong) – Leonardo Milani (carillon preparato, armonica, omnichord, clavinet, sintetizzatore, pianoforte preparato, diamonica, koshy) – Alessandro Stefana (chitarre elettriche, chitarre acustiche, organo, banjo, omnichord, armonium, marxophone) – Guglielmo Pagnozzi (sassofono) – Mauro Ottolini (tromba sarda, trombone, kalimba, tromba bassa) – Achille Succi (clarinetto basso, Shakuhachi) – Davide Rossi (archi, violino, viola, violoncello) – Filippo Pedol (contrabbasso) – Taketo Gohara (tamburello, toy piano, tapam, celesta, pianoforte) – Leonardo Milani (banjo preparato, diamonica, pianoforti preparati) – Francesco Arcuri (steel drum, violoncello, autoharp, kalimbe, samples) – Giulio Ragno Favero (sintetizzatore, programmazioni, beats, chitarre elettriche, pianoforte, rhodes, archi, cori) – Fulvio Renzi (violino) – Gionata Mirai (chitarra acustica, chitarra elettrica) – Zeno De Rossi (batteria) – Guglielmo Pagnozzi (sassofono) – Cesare Picco (pianoforte), Daniele Celona (pianoforte, piano preparato) – Mattia Clera (stick bass) – Alberto Terrile (cori) – Kole Laca (pianoforte)

Tracklist:

  1. Invitami
  2. Il cielo blu
  3. Dove vai
  4. Come ti vorrei
  5. Irene
  6. Bucharest
  7. Quando
  8. Ottantadue ore
  9. Obtorto collo
  10. La luce delle stelle
  11. Arrivederci

Links: Facebook, Sito Ufficiale

Dove vai – video

Obtorto Collo – streaming

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