Spring – Teho Teardo & Blixa Bargeld

Emanuele Gessi EP/Self Released, Recensioni Lascia un commento

Ad un anno esatto di distanza dall’apprezzatissimo Still smiling, il progetto di Teho Teardo e Blixa Bargeld è tornato a far parlare di sé, in primavera, con un nuovo ep che anticipa un tour che li vedrà insieme su molti palchi italiani ed europei per tutta l’estate. Proprio per questo, a distanza di qualche mesetto, riprendiamo a mano questo magnifico EP che non aggiunge molto all’album di cui è una costola, ma trattandosi di bellezza pura, è sempre bene ed un piacere parlarne.
Due cover, (di cui uno in doppia versione italiano/inglese) e due brani originali. Spring: niente di allegro e primaverile, state tranquilli. Fuori dalle finestre di Teardo e Bargeld il cielo è sempre cupo, se non negli sprazzi di colore di Soli si muore / Crimson & Clover.
L’ascolto dell’Ep inizia con la splendida cover di The empty boat di Caetano Veloso. Ritmo cadenzato e sinuoso, chitarre leggere ed archi a riempire l’aria intorno. Rumori, suoni, la voce profonda di Bargeld a descrivere un cuore vuoto, un sogno sbagliato, il fallimento di un uomo.
Il mondo orchestrale di Nirgendheim è un piacere per le orecchie; la voce in lingua tedesca si fonde ad altre voci “rubate” di fondo, con un forte effetto evocativo. Soli si muore, con tutta la sua struggente e semplice verità, fa sorridere a denti stretti. La brezza tiepida della musica va a braccetto con il canto in italiano di Blixa Bargeld ed i suoni elettronici. Un divertissement che riprende il gioco del brano Mi scusi presente in Still Smiling, dove il musicista e cantante tedesco si cimentava in un divertente italiano. Il brano sarà poi ripreso alla fine dell’Ep in versione inglese. L’aria si raggela in un attimo: Millions of eels ci proietta in un mondo cupo e claustrofobico, negli abissi. Più che una canzone si tratta di un brano di prosa recitata e musicata. La potente interpretazione di Bargeld trova la migliore colonna sonora possibile nella musica di Teardo.
Cinque tracce da gustare in tutte le stagioni, soprattutto quando tra la primavera e l’estate si prova un po’ di nostalgia per quella pioggia così sottile che nemmeno apri l’ombrello, ma che riesce a bagnarti fino alle ossa.