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The division bell – Pink floyd

936full-the-division-bell-coverDa un’altra galassia usciva questo disco nel bel mezzo dell’epoca grunge. Queste sonorità limpide e nostalgiche senza tempo ammaliarono ancora una volta il mondo intero. Ancora una volta i Pink Floyd riuscirono ad ipnotizzare miloni di fan, ad avvicinare l’epicità della musica classica a quella della musica rock. Questo quattordicesimo capitolo riuscì nell’intento di far conoscere l’intensità del progressive alle generazioni anni novanta intrappolate nel peso della società iper-consumista ed individualista. Il grunge tuonava ma non colmava il vuoto interiore. In The Divsion Bell involtariamente David Gilmour, parlando dell’incomunicabilità tra individui, partendo dalle sue esperienze personali (tra cui quella con il vecchio compagno di band Roger Waters), si era rivolto proprio alle nuove generazioni. La critica massacrò questo disco che poi nel tempo si è rivelato uno dei migliori dischi della band inglese. Le tracce che sono rientrate nella storia del rock sono la strumentale Marooned dove la chitarra di David Gilmour è celestiale; A great day for freedom dove il piano di Richard Wright distilla note da brividi in una magica  atmosfera senza tempo; Wearing inside out regala l’ultimo Richard Wright cantante; Take It back è il brano dove si raggiunge l’equilibrio perfetto tra pop e prog; in Coming to back the life  c’è l’assolo introduttivo di David Gilmour che è inferiore solo a quello di Shine you crazy diamond come profondità emozionale; Keep talking è ipnotica ed ha una parte corale di pari spessore a quella di The Great gig in the sky su un atmosfera prog degna del migliore Alan Parsons; infine la più celebre di tutte, High Hopes dove sono custoditi i versi più nostalgici della storia del rock: “Oltre l’orizzonte dei luoghi in cui vivevamo quando eravamo giovani | In un mondo di magneti e miracoli | I nostri pensieri si smarrivano con sconfinata costanza | La campana della divisione già suonava. Oppressi per sempre da desiderio e ambizione | C’è una fame ancora non soddisfatta | I nostri occhi vuoti ancora vagano all’orizzonte | Sebbene per questa strada siamo scesi tante volte. L’erba era più verde | La luce era più brillante | Circondati da amici | Le notti di meraviglia sempre e per sempre”. Sono passati vent’anni ma questo disco non li dimostra affatto, è estremamente contemporaneo nei contenuti e a livello sonoro ha ancora da insegnare molto a progetti prog e post-rock di questi ultimi anni.

Credits

Label: EMI – 1994

Line-up: David Gilmour (voce solista; chitarre solista, ritmica e acustica; basso) – Nick Mason (batteria, percussioni) – Richard Wright (tastiere, piano; voce).

Tracklist:

1. Cluster One
2. What Do You Want From Me
3. Poles Apart
4. Marooned
5. A Great day For Freedom
6. Wearing The Inside Out
7. Take It Back
8. Coming Back To Life
9. Keep Talking
10. Lost For Words
11. High Hopes
Link: Sito Ufficiale

Arise – Spotify streaming

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