Penultima (e non ultima, per via della data in recupero a Bologna) data del tour Hai Paura del Buio? per gli Afterhours, a Sant’Antonio Abate, paesino a 30 minuti d’auto da Napoli, nel ruolo di headliner del Pummarock Fest. L’affluenza è tanta, siamo in molti ad essere venuti da Napoli, Caserta ed ovviamente dalla vicinissima provincia di Salerno, l’occasione è di quelle irripetibili: riascoltare live uno degli album culto non solo della band milanese, ma di tutto il rock nostrano.
Poco prima degli Afterhours a riscaldare il pubblico ci pensa Giorgio Canali con i suoi Rossofuoco, lo vedremo risalire sul palco a fine serata al fianco di Manuel Agnelli & Co in Quello che non c’è.
Luci basse poco prima dell’ingresso degli After, poi Giorgio Prette al centro della scena dà inizio a questa stupenda esibizione, lanciando nell’aria quella domanda che rimanda al celebre Shining di Kubrick.
Agnellial centro del palco, ai suoi lati il grande Xabier Iriondo e Giorgio Ciccarelli, più oltre Rodrigo d’Erasmo e Roberto Dell’Era. Li vedi e prima ancora di ascoltarli suonare ti accorgi di come trasudino tutti energia e rock allo stato puro, quasi sottopelle. Siamo tesi anche noi, carichi di quella stessa energia che pochi attimi dopo deflagra all’inizio del concerto.
I pezzi di Hai Paura del Buio? gli Afterhours li suonano tutti, traccia dopo traccia come su disco, brani che hanno segnato la storia del rock del nostro Paese e le vite di molti di noi.
Subito dopo 1.9.9.6. la stupenda Male di Miele, eseguita magistralmente e con una grinta tale da annullare qualsiasi distanza temporale; e tutti gli anni sembrano passati così, in un attimo, sembrano essere lì dietro le spalle di ciascuno di noi e in un eterno presente fatto di note e parole rabbiose che non possiamo che cantare, gridare tutti, in un intrigo di emozioni che sembrano così finalmente sciogliersi, liberarsi e al tempo stesso sedimentare ancora di più dentro di noi.
La voce di Manuel, disegna poi l’inizio di Rapace. Nnon c’è un solo attimo di noia in questo live incredibile. L’intensa Pelle sa ancora scavare dentro con la voce meravigliosa di Manuel Agnelli, la più bella in assoluto della nostra scena musicale.
Dea è rock puro che infiamma il pubblico come gli altri pezzi cavalli di battaglia da anni, cantati da tutti a squarciagola: Voglio una Pelle Splendida, Lasciami Leccare L’adrenalina, Punto G, Veleno la tristemente attuale Sui giovani d’oggi ci scatarro su.
Chiusa la prima parte del concerto, gli Afterhours lasciano il palco, per tornare, chiamati a gran voce. “Voi ordinate… noi eseguiamo”, Manuel lo ripeterà più avanti anche una seconda volta.
In questa prima serie di bis, pezzi dall’ultimo album della band: Padania. Chi conosce poco questo gruppo si sarà meravigliato di assistere qui alla parte migliore del live a Sant’Antonio, potrebbe sembrare incredibile, infatti, che una band con alle spalle una carriera quasi trentennale riesca a realizzare un album simile, di grande ricerca, dissonante, così musicalmente potente e con testi così pregni di significato e forza sociale. Incredibile che sappia, qui, renderlo live forse ancora più bello ed intenso di un album miliare come Hai Paura del Buio?. E questo perchè è granitica e capace di rinnovarsi la ricchezza espressiva e compositiva di un gruppo che ha saputo reggere, come pochi, forse grazie anche, negli anni, ad alcuni cambiamenti di line-up), allo scorrere del tempo. Molte band, anche di rilievo internazionale, si inaridiscono, perdono di creatività, gli Afterhours no, gli Afterhours al Pummarock Fest travolgono vecchi e nuovi giovani fan con brani potentissimi come Costruire per distruggere, Spreca una vita e la folgorante Io so chi sono.
Di nuovo giù dal palco. “Voi ordinate… noi eseguiamo”, di nuovo su… per l’ultima entusiasmante parte di questo concerto che vede la band regalare al suo pubblico pezzi storici ed amatissimi: Ballata per la mia piccola iena, La Sottile linea Bianca, Quello che non c’è, Non è per Sempre e la bellissima Strategie, e poi Quello che non c’è per chiudere, dopo due ore e un quarto di concerto, con Bye Bye Bombay. Il finale è esaltante.
Ce ne andiamo storditi da tanta pienezza di emozioni sonore, ma felici e appagati per aver ascoltato, ancora una volta, la migliore band rock di questo paese. Una band generosa che ha fatto di un concerto anche una grande festa da vivere insieme al suo pubblico, coinvolgendolo, incitandolo, amandolo.
Si ringrazia Roberta Accettulli (Management)
Galleria fotografica di Serena Mastroserio