“La donna che ama un principe quando bacia chiude gli occhi” era un verso di una delle canzoni di Aria, l’ep di Alessandro Curcio, ovvero Alia, uscito nel febbraio 2013. In queste parole c’era l’essenza stessa del talento del cantautore bergamasco: una frase semplice ma in grado di farci immaginare tutto un insieme di emozioni e di sensazioni e che rivelava una capacità evocativa non comune che ritroviamo intatta in questo primo full length, Asteroidi.
Come gli asteroidi si muovono nel caos del cosmo, così le undici canzoni di questo lavoro viaggiano attraverso diverse orbite musicali: i loop anni ottanta, e anche un po’ novanta, di Cats e Asteroidi, la bossanova di Goldie Hawn, l’essenzialità minimale e cantautorale di Corteccia, Musa e La sicurezza degli oggetti.
A fare da fil rouge in questa apparente caoticità è il testo. In questi anni in cui siamo sommersi dalla parola, Alia ha il grande pregio di averle restituito la sua sacralità. “Quando la parola parlerà, quando finalmente ci farà paura, quando la parola brucerà, quando chissà.” Quella dichiarata dalla title track è una vera e propria rivoluzione, un riappropriarsi del peso positivo e negativo di ciò che scriviamo o diciamo.
Cantautore della parola dunque Alia, ma anche poeta della dimensione intima e privata, interna ed interiore. Molte delle sue canzoni sono ambientate in spazi chiusi. E se le parole scambiate a colazione con i propri gatti (Cats) possono essere da un lato metafora di una difficoltà di dialogo col mondo esterno e del bisogno di rapporti umani più essenziali ed immediati, le diverse abitazioni di Case di ringhiera possono rappresentare altrettanti tipi di relazione: “case che chiudono dentro, altre che han finestre sul mondo ed altre così vicine alla realtà“.
Un interno, una cella monastica, è anche quello di Musa, ispirato alla poesia e alla figura di Clemente Rebora. Canzone intensissima, capace di farci sentire addosso tutto lo smarrimento di un poeta colto da una fortissima crisi religiosa: “come faccio ad esser sicuro nella notte, se non riesco a vederti e a toccarti”
Ma tutti noi cerchiamo rifugio in qualcosa, a volte anche in cose meno alte della fede, negli oggetti ad esempio. In momenti difficili o semplicemente tristi essere circondati dagli oggetti di ogni giorno ci rassicura. Ed è questa sensazione che Alia ci racconta ne La sicurezza degli oggetti. E quando una canzone riesce a farti identificare nelle sue parole, vuol dire che ha fatto centro. Come il capolavoro indiscusso di questo album, Corteccia. Non importa per quale motivo, ma ognuno ha avuto nella vita un momento in cui ha sentito il bisogno di tornare alle proprie radici e al proprio nido.
“Io non lascerò traccia, diventerò corteccia“, Alessandro Alia invece una traccia la lascerà. Quella di un disco denso di significati, di riferimenti letterari (non solo Rebora ma anche Aldo Busi in Verso il centro), un album in cui possiamo ritrovare il piacere di aprire il booklet e leggere i testi ma anche di osservare una copertina, delicata ed essenziale, che ben rappresenta il progetto e il suo autore.
Asteroidi è prodotto da Giuliano Dottori, la cui mano è particolarmente evidente in Case di ringhiera e Asteroidi, ed è impreziosito dalla presenza di Cesare Malfatti che ha prestato la sua chitarra su Goldie Hawn e dalla voce di Raffaella Destefano (ex Madreblu) in Cats.
Credits
Label: Neverlab Dischi – 2014
Line-up: Alessandro Curcio “Alia” (voce, chitarra elettrica, Keys, percussioni), Giuliano Dottori ( chitarra elettrica, chitarra acustica, basso, Keys, percussioni, programmazione, Cesare Malfatti (chitarra classica e acustica in Goldie Hawn, Raffaella Destefano (voce in Cats)
Tracklist:
- Bouquet
- Cats
- Goldie Hawn
- Musa
- Case di ringhiera
- Corteccia
- Asteeroidi
- Verso il centro
- La sicurezza degli oggetti
- Keplero
- Bouquet (Vesta Version)