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My favourite faded fantasy – Damien Rice

My-Favourite-Faded-FantasyCerte volte è necessaria la distanza dai luoghi fisici e dalla storia che di noi stessi abbiamo costruito. Certe volte bisogna stare lontani da ciò che più amiamo, per tornare ad assaporarne l’innocenza, lo stupore, lo slancio. Il cantautore irlandese Damien Rice si è riparato in Islanda, ha messo chilometri di silenzio tra le tempeste della sua anima e la musica custodita in due dischi meravigliosi che lo hanno svelato al mondo come talento rarissimo, nutrito alla fonte dell’essenzialità e della nudità. O (2002) al tempo sembrò un piccolo gioiello di grazia difficile da ripetere, invece 9 (2006) confermò le doti di un meraviglioso essere emotivo in equilibrio perfetto tra delicatezza e abissi oscuri del cuore, un equilibrio fragilissimo dettato da una voce uscita da qualche angolo onirico di verità, da quel modo così personale e innamorato di toccare la chitarra, da quella Lisa Hannigan che faceva volare in espansione la carica espressiva dei suoi testi e delle sue melodie.
E poi otto anni di silenzio e distanza, anche dalla musica. Se hai il coraggio di non abituarti alle regole del mercato discografico, delle scadenze stabilite, delle strategie promozionali che elemosinano un’attenzione comprata e svenduta, allora puoi permetterti di ritornare, ritrovare un pubblico che non ti ha dimenticato e che ti ha aspettato. Un pubblico che hai il potere di colpire dritto al cuore, perché sai emozionare.
Poche storie. È una questione semplice. È solo una questione di emozione. Ma attenzione, vale solo per pochi, per pochi privilegiati che l’ispirazione rende depositari di bellezza e grazia. E My favourite faded fantasy è il disco che segna il ritorno di un privilegiato.
Prendete I Don’t Want To Change You e lasciatevi guidare fino al minuto 1:58. Accade un crescendo che coinvolge, sposta qualcosa nel profondo. Un’alchimia melodica, un universo di stati d’animo in pochi versi, un modo ferito e fiero di sentire l’amore. Poi fate pure un calcolo tra l’immediatezza lirica, il pathos degli arrangiamenti, le curve della voce, l’armonia delle parti; otterrete il senso: la semplicità di un’archittettura che emoziona, appunto. Non è da tutti. Non è uno stratagemma. È un dono. La semplicità lo è.
La titletrack è una sorta di manifesto poetico. La voce in falsetto introduce un ricordo amaro, e si muove femminea dimostrando le sue possibili sfaccetature. Il nuovo disco di Rice racconta l’amore, certo. Ma è dentro le trame dei sentimenti più estremi che si compone il quadro di un uomo che fa i conti con se stesso, con le sue zone d’ombra, col suo dolore, con il suo sorriso. Come se fosse un lungo monologo da camera. Il folk di Rice si arricchisce di suoni più elaborati e ricercati che svelano lo zampino di Rick Rubin (uno dei produttori più prolifici e apprezzati), basti pensare alle soluzioni orchestrali che sottolineano la forza viscerale dei brani, arrivando a toccare anche toni melodrammatici (The box). Oltre 9 minuti di divagazioni e intensità, di curve d’archi e sospensioni di pianoforte per It takes a lot to know a man, l’episodio più sperimentale e ardito del nuovo disco. Colour me in e Long long way restituiscono Rice in tutto il suo intimismo fatto di altezze e sussurri, imperfezioni e meraviglie.
Sono anni brutti per la musica, i nostri. Anni in cui si parla di prodotti da consumare velocemente secondo appetiti di basso livello. Sono anni in cui l’emozione sembra aver abbandonato la buona fattura delle canzoni. Quasi nulla risplende per verità e valore. Il disco di Damien Rice forse saprà ricondurvi ad una musica altra, fatta di distanze, di lentezza, di silenzio che racconta. Di ispirazione attesa come un giorno straordinario.

Credits

Label: Warner Music – 2014

Line-up: Damien Rice

Tracklist:

1. My Favourite Faded Fantasy
2. It Takes a Lot to Know a Man
3. The Greatest Bastard
4. I Don’t Want to Change You
5. Colour Me In
6. The Box
7. Trusty and True
8. Long Long Way

Link: Facebook,Sito ufficiale

I Don’t Want To Change You – Video

My favourite faded fantasy – streaming

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