The Child of a Creek è la one-man-band di Lorenzo Bracaloni, autarchico e prolifico musicista livornese prodottosi l’autunno scorso in una doppia uscita da considerare come le due facce di una stessa medaglia, due versanti di una ricerca solitaria sulla sonorità del paesaggio e i silenzi della natura, attraverso l’uso prevalente di chitarre e voci in Quiet swamps e di strumentali a base di tastiere e fields recordings in Hidden tales and other lullabies. Bracaloni sceglie consapevolmente di suonare tutto da solo, si direbbe live, con l’ausilio di occasionali loop, elettronici o eseguiti anch’essi in presa diretta, magari volgendo al contrario l’incisione. Abbandonate quasi del tutto le morbidezze acustiche dell’esordio folk-psichedelico e le più complesse e variegate trame del precedente The heart cries blood (2013), oggi COAC lavora su strati che vanno a sommarsi nella costruzione di uno scenario di rarefatta desolazione, tanto più dolente quando interviene la voce, anche per il forse eccessivo ricorso a note vibrate nei bridge e lunghi echi nelle strofe. Strati scarnificati nella ridotta scelta dei suoni a dispetto dei tanti strumenti utilizzati, nelle essenziali trame degli arpeggi, nello sviluppo armonico dei brani, spesso affidato ad una coppia di accordi che scorre quasi al rallentatore. Un procedere aspro e a tratti ossessivo rischiarato talvolta da una tastiera che sale di tono o da un accordo distorto di stampo pinkfloydiano, lasciato a riecheggiare sullo sfondo di uno scenario di disperata inquietudine, talaltra da poche note di piano appena accennate in chiusura di giro armonico (forse la cosa migliore di brani come The Ravine). Al di là di certe possibili derive dark o new-age, proprio il rimando ai Pink Floyd più meditativi, che guardavano allo sperimentalismo cosmico del krautrock, pare l’aspetto più felice di un lavoro che scava nelle radici profonde del dolore e nella natura delle umane sofferenze. La volontà di catturare il suono della natura animava pure la sinfonia quadrifonica di Klaus Schulze, Irrlicht (1972), fondata su di una simile rarefazione e mancanza di ritmicità, elementi che qui rischiano purtroppo di paludare il potenziale di non poco interesse di COAC.
Credits
Label: Ruralfaune / Metaphysical circuits – 2014
Line-up: Lorenzo Bracaloni (voce, chitarre acustiche, chitarre elettriche, flauto, zither, piano, piano elettrico, fields recordings processati, sintetizzatori, percussioni)
Tracklist Quite swamps:
- Land of Hope
- Quiet Swamps
- Sunset Hills
- The Ravine
- Subterrean Life
- At Morning or at Dusk
- The Mist
- Golden Memories
- The Owl and the Moon
- Lost Horizons
Tracklist Hidden tales and other lullabies:
- Poison Tree
- Daughter of Fortune
- Hidden Tales and Other Lullabies
- Shy Rainbows, Shy Tears
- Sandman’s Dream (in a Quiet Night)
- Going Home in the Middle of Nowhere
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