I sentimenti, la passione, il desiderio, o si vivono così o non si vivono. Questo è senza dubbio il primo pensiero che mi viene in mente ascoltando questo disco. Ci vuole questa disperazione in tutto, questa intensità, questa verità, che è sempre estrema, assoluta, e mai mediata, mai centellinata, mai misurata. Daniele Celona ci presenta questo secondo album, dopo Fiori e Demoni del 2012, e ci porta in una estensione della vita, in una eco che è impossibile non riconoscere. Gli strumenti, la voce, si dilatano fino al massimo, fino ad un passo dopo. E’ l’esplosione dei contrapposti, è la dolcezza sguaiata, l’ingenuità violata, la violenza abbandonata. Undici brani che sono undici testimonianze, undici modi per sopravvivere, per provare. Questo verbo che significa tutto, che è la sintesi perfetta, a mio avviso, di questo album. Provare tutti i sentimenti possibili, provare a non farsi schiacciare, provare a dire qualcosa di vero, provare a convincere noi stessi del nostro valore, provare un sapore e non saperlo spiegare, provare un’altra vita e sentirla stretta. Si apre con la potenza di Amantide, che è come un’esplosione dopo un conto alla rovescia, ci apre al resto dei brani, ci prepara a quello che arriverà, come una raffica, tra petto e gola. Perché è in quell’esatto punto che sento queste parole, questi suoni. Mi sembra di vedere il viso di Daniele Celona a pochi centimetri dal mio, a volermi spronare, a volermi svegliare da questo eterno letargo che chiamiamo quotidianità.
Immagino la potenza nella dimensione live, la attendo, la voglio sentire.
La sesta traccia, Johannes, che prende ispirazione dal protagonista del Diario del seduttore di Kierkegaard, è, per me, il punto più alto del disco. Il modo in cui parole e musica si avvicinano, si uniscono, è quasi carnale, spasmodico, toccante.
L’album si chiude con Atlantide, brano che nasce e cresce come un essere vivente, e che vede la partecipazione di Levante, con la sua bellissima voce, armoniosa, fresca.
Le collaborazioni tra Daniele Celona e alcuni dei più grandi artisti contemporanei, come i Nadàr Solo, Paolo Benvegnù, Pierpaolo Capovilla e il Teatro degli orrori, confermano certamente la sua sensibilità e la sua professionalità.
Questo nuovo disco, Amantide Atlantide, è stato annunciato in anteprima al Milano Film Festival con il docu-video che accompagna il brano Sud Ovest del regista Mauro Talamonti, lo stesso autore del video Mille Colori che venne considerato come uno dei migliori clip indipendenti degli ultimi anni, con la nomination come miglior fotografia al PIVI2013 e la vittoria alla recente biennale MarteLive come miglior video.
Amantide Atlantide è, per me, un album straordinario. Raramente qualcosa mi sconvolge così, in positivo.
I testi, ai quali faccio sempre molta attenzione, sono curatissimi, mai banali, e alcuni versi sono indimenticabili. Anche letti così, da soli, senza musica, sono di grande impatto emotivo. La musica contribuisce ad iniettarli, dentro, profondamente, a mettere in moto gli organi, a renderci dipendenti.
Fare un album non è facile, no. Ma è ancora più difficile, senza dubbio, costruire uno stato d’animo, una personalità, e darceli in dono.
Credits
Label: NøeveRecords – Sony Music – 2015
Line-up: Daniele Celona, Nadàr Solo: basso, chitarre, batterie
Tracklist:
- Amantide
- La colpa
- Precarion
- Sud Ovest
- Vampiri su colli di vetro
- Johannes
- Sotto la collina
- V per Settembre
- Politique
- L’oro del mattino
- Atlantide (feat. Levante)
Link: Sito Ufficiale, Facebook
Amantide Atlantide – streaming
La colpa – video