A quasi due anni di distanza dall’omonimo album, Cesare Basile torna a raccontare in musica le storie di uomini vinti ma vivi, solitudini bistrattate dalla società, dignità che lottano per cercare di raggiungere una possibile futura vittoria. Questa lunga canzone d’amore che racconta di pupari, ladri, cantastorie, travestiti innamorati di Cristo e saltimbanchi della barricata (come spiegato dallo stesso Basile) si intitola Tu prenditi l’amore che vuoi e non chiederlo più, nuova fatica del cantautore siciliano. Un disco che attinge alla tradizione popolare siciliana, che intreccia folk e blues a liriche schiette e pungenti, scritte per lo più in dialetto siciliano per enfatizzare le vicende dei suoi protagonisti. Il messaggio principale trasmesso da Basile sembrerebbe essere quello della title track: un invito a prendersi quello di cui ciascuno ha bisogno senza elemosinare nulla o senza attendere una qualche concessione a farlo. Un’esortazione che ovviamente non vuole saccheggiare l’uno a vantaggio dell’altro, ma che mira solo ad una distribuzione più equa di diritti e doveri e lo fa usando la metafora più pura per eccellenza, ovvero l’amore. Un brano lento e morbido nel suo incedere, con effetti distorti e striduli che accentuano la drammaticità di certe realtà marce descritte nel testo. Attorno alla traccia che presta il titolo al disco ruotano le storie a cui si è accennato in precedenza. A cominciare, ad esempio, da quella riguardante il cantastorie siciliano Orazio Strano in Araziu Stranu, un pezzo scandito da percussioni dal suono caldo e avvolgente per un mood magnetico e misterioso. Atmosfere da rassegna bandistica celebrano il transessuale innamorato di Cristo del quartiere San Berillo (Catania) in Franchina, mentre il flauto e la chitarra in coda a Manianti acquietano il sound cupo e sgangherato di questo blues dedicato ai pupari siciliani.
Le canzoni di Tu prenditi l’amore che vuoi e non chiederlo più non sono tutelate da S.I.A.E, coerentemente al cammino politico e sociale intrapreso da Cesare Basile con l’Arsenale (Federazione Siciliana delle Arti e della Musica) a seguito delle polemiche nate in merito alla legittimità delle occupazioni dei luoghi di cultura. Un impegno che influenza anche la sua musica e che ritroviamo in termini di amore per la libertà e senso di giustizia anche in questo nuovo lavoro. Un lavoro che conferma inoltre, musicalmente parlando, l’autenticità e la maturità artistica raggiunta da Basile nel corso della sua carriera.
Credits
Label: Urtovox Records – 2015
Line-up: Cesare Basile (testi e musiche) – Dina Basso (testo “Franchina”) – Biagio Guerrera (testo “A muscatedda”) – F.lli La Strada (“A muscatedda”) – Gabriele Giambertone, Giuseppe Rizzo (elettronica) – Nicoletta Fiorina (voce in “Ciuri”, “Di quali notti”), Rita Oberti (voce in “La vostra misera cambiale”, cori in “Franchina”), Marcello Caudullo (chitarra elettrica in “Manianti”, diamonica in “Filastrocca di Jacob detto il ladro”), Andrea Castrogiovanni (space drum in “FIlastrocca di Jacob detto il ladro”), I Caminanti
Tracklist:
- Araziu Stranu
- Franchina
- Tu prenditi l’amore che vuoi e non chiederlo più
- Manianti
- La vostra misera cambiale
- Filastrocca di Jacob detto il ladro
- Ciuri
- Libertà mi fa schifo se alleva miseria
- A muscatedda
- U chiamanu travagghiu
- Di quali notti
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