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Il suono unico degli Archive: intervista a Darius Keeler

archive_in2Gli Archive sono tornati con il loro decimo album Restriction. In vent’anni di carriera hanno sviluppato un suono unico partito nella scia dell’era trip-pop di Bristol e che poi si è contaminato di avant-garde, post-rock e progressive. Restriction è forse il punto di approdo di una band che è diventata con il tempo un “colletivo” aperto sempre a nuove soluzioni soniche senza gabbie di genere. Abbiamo avuto il piacere di scambiare queste quattro chiacchiere con Darius Keeler, leader-fondatore della band inglese. Si ringrazia la Spin-go!

Ogni album degli Archive riesce a sorprendere e Restriction lo fa in ogni canzone. Quest’ulitmo album sembra una panoramica su tutte le potenzialità che il vostro suono può esprimere…
Restriction è sicuramente caratterizzato da 12 brani separati con una propria intensità ed un proprio sentire. Questo era proprio quello che desideravamo realizzare dopo Axiom, non avevamo bisogno di scrivere canzoni individuali molto dirette che componessero Restriction.

Potremmo considerare Feel It, Black And Blue and Kid Corner i tre brani che rappresentano le differenti anime del sound attuale?
In un certo senso, sì. Comunque, tutte le canzoni singolarmente possono rappresentare il suono che si ascolta nell’intero disco. Anche End of Our Days, Ladders e Greater Goodbyes potrebbero essere delle buone candidate per rappresentare Restriction.

archive_in1_feat_imgSono rimasto folgorato da Riding In Squares. Come è nata questa canzone?
Dan era seduto nel bus guidando attraverso le zone urbane del sud-est di Londra ed ha pensato alla penuria di speranza che si poteva sentire in quei paraggi.

Il progetto Archive è diventato un “collettivo”. Quanto questo concetto di band aperta e estendibile ha influenzato l’approccio compositivo degli Archive?
Ritengo che questo abbia lasciato le porte aperte e allontanato ogni vincolo alla nostra creatività, questo aspetto ha reso il nostro progetto sempre interessante e proiettato verso nuove idee di scrittura. Per noi fantastico.

Cosa pensi della voce di Holly Martin?
Holly ha una voce grandiosa, può cantare qualsiasi cosa con quell’estensione vocale. Inoltre, ha un vero talento anche nella scrittura.

Parliamo dell’esperienza del film Axiom?
Axiom è stato realizzato in dieci giorni di studio, avevamo intenzione di realizzare un album che somigliasse ad un viaggio sonico, il nostro manager appena ascoltò il disco immediatamente pensò che bisognava realizzare un film di accompagnamento, così abbiamo incontrato Jesus ed il suo team per discutere qualche idea. Non sapevamo cosa sarebbe venuto fuori. Il risultato è stato sbalorditivo. LuiJesus ha afferrato la poetica del sound ed ha creato qualcosa di incredibile. Quest’esperienza ci ha aperti a nuove soluzioni per la nostra musica ed è qualcosa che certamente vorremo rifare in futuro.

archive_in3Axiom accompagna il Restriction tour?
Sì, sarà proiettato ad ogni data.

Quale canzone preferisci eseguire ad concerto?
Ci sono molte canzoni che mi piace suonare live ma al momento gioisco ad eseguire Third Quarter Storm, Ladders e Crushed.

Cinque canzoni che suggeriresti al tuo migliore amco?
Grant Lee Buffalo – Mockingbirds, Boards of Canada – Reach for the Dead, Mew – Comforting Sounds, The Antlers – Director, The Brian Jonestown Massacre – Nevertheless

End Of Our Days – Video

Spotify streaming

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