Benevento città delle streghe, quale luogo migliore per una band che vuol suonare shoegaze. Armonie ossessive, feedback e riverberi reiterati, voci filtrate e alchemicamente distorte nel vento che muove le chiome frondose di un noce. Ridotti da quintetto a trio, alla seconda prova sulla lunga distanza, Sweet Jane & Claire partono subito con urla sixties di streghe lisergiche nell’ordito spezzato di Box full of joy, passando al ritmo travolgente spinto dalle chitarre ai laser vorticosi di Radar, mentre l’organo condensato e distorto in Don’t be cruel rimanda al pazzo mondo di Arthur Brown, un altro stregone, attraverso le lenti elettroniche degli Eurythmics. Ma non è un disco oscuro di magia nera, lo chiarisce subito la tastiera irresistibile di Rarefied landscapes, una continua ed estatica ascesa verso la sommità di un paesaggio esoterico che si apre alla vista di propulsioni vitali e gioiose, probabilmente il vertice dell’album. Certo il panorama si fa anche acido grazie al torrido riff distorto di Sex tex mex, che ci conduce, restando oltreoceano, verso Kim Deal, che omaggia l’ex Pixies più come diva che fattucchiera. Le intonazioni leggere degli Stereolab scandiscono l’incedere di Tied limbs, pure animata da sinuose tastiere che implodono nel finale lasciando il campo all’insistente Teasing play, che si accende con corpose chitarre che risalgono agli U2 di Achtung baby.
Questo We are ready for the electric chair è dominato da un senso di frenesia e velocità, come nelle pulsazioni nevrotiche di Scattering, discese ripide che poco hanno a che fare con cadenze post-rock, rintracciabili qui solo in chiusura, nelle levantine geometrie strumentali di Gaza Raza, introdotte da una porta scivolosamente aperta verso un’altra dimensione. E mentre la linearità di Idol si liquefa passando attraverso uno specchio, c’è anche spazio per le dolcezze circolari di Sensorial collapse, che disorienta col suo intreccio obliquo di chitarre, nonché per sognanti ballate come Bike in heaven, romantica fin dal titolo.
Un album ben oltre le dichiarate influenze di Telescope e My Bloody Valentine, da ascoltare senza paura dei sortilegi o di mostruosi peluche carnivori messi in copertina.
Credits
Label: Go Down Records – 2015
Line-up: Luca Zotti (Guitars,Voice,Piano, Synth,Noise) – Rocco Pedicini (Drum,Percussions) – Giulio Izzo (Bass)
Tracklist:
- Box full of joy
- Radar
- Don’t be cruel
- Rarefield landscapes
- Sex tex mex
- Kim Deal
- Tied limbs
- Teasing play
- Scattering
- Sensorial collapse
- Idol
- Bike in heaven
- Gaza raza
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