9 luglio 1955 è la data indicata sul Manifesto Russel-Einstein, un documento sottoscritto da tredici scienziati ed intellettuali (tra i quali, appunto Bertrand Russel e Albert Einstain) che sottolineavano con il peso della loro firma il pericolo dato dall’esistenza delle armi atomiche. Non si parla dell’uso delle stesse, ma solo della loro semplice esistenza: un pericolo concreto che andava fermato lanciando una vera e propria campagna di disarmo. Un manifesto per difendere il mondo, perchè ne abbiamo uno soltanto e va salvaguardato.
9 luglio 2015, sessantanni dopo, i JoyCut mantengono fede non solo al loro progetto ma anche alla data che cinque anni fa aveva ispirato la prima edizione del NU-Clear Sound. Giunto quindi alla quinta edizione l’evento che vede la band bolognese alla direzione artistica, il NU-Clear Sound continua a porre l’accento sulle tematiche etiche ed ambientali nello splendido contesto del BOtanique di Bologna.
BOtanique è una rassegna di eventi estivi nel giardino di Filippo Re, a due passi dal centro storico, un angolo di verde in prossimità dell’orto botanico dove giovani (e non solo) possono trovare ristoro, buon cibo, musica e divertimento. Quest’anno tutto l’allestimento del BOtanique sembra essersi finalmente ispirato a ciò che il NU-Clear Sound aveva promosso nelle precedenti edizioni, rendendo il giardino un vero luogo di incontro e “vita nel verde”.
Dopo le primissime edizioni che hanno visto i JoyCut autori ed attori dell’evento NU-Clear Sound, negli ultimi anni la band di Pasquale Pezzillo ha deciso di puntare lo sguardo anche oltre l’etica “green”. Quindi non solo coinvolgimento di chi opera ed applica con la propria attività le cosiddette “buone pratiche”, non solo sensibilizzazione verso i temi del risparmio energetico, riciclo, mobilità sostenibile e cura di ciò che è terra-acqua-cielo. Se ci troviamo in un contesto prettamente musicale, come il BOtanique, è a dei “suoni puliti” che bisogna pensare.
L’esperienza maturata dai JoyCut negli ultimi anni in diversi tour all’estero ha fatto sì che si creassero incontri e legami con altre realtà musicali che ora, in pieno spirito di condivisione, i JoyCut offrono al pubblico bolognese ed ai loro stessi fan, cercando di innestare un circolo virtuoso di condivisione di conoscenza ed arte. In una parola, cultura.
Dal Belgio, per la prima volta in Italia, al NU-Clear Sound suonano i BRNS. La giovane band in patria è ormai considerata una realtà solida, in Europa è una promessa (tanto che accompagnerà il tour francese degli Archive), in Italia un’entità semi-sconosciuta che noi di LostHighways non perdiamo l’occasione di voler ascoltare con curiosità.
Il quartetto vede sul palco basso, chitarra, percussioni, synth e la rara particolarità di un batterista cantante, a scardinare buona parte dei cliché del rock che vedono il frontman dimenarsi con la chitarra appiccicato ad un’asta del microfono. Tutto è diverso questa sera al BOtanique, su un palco illuminato frontalmente, da strisce di led alle spalle degli artisti e dalle ampie vetrate del palazzo dell’Università, tra gli alberi secolari.
I BRNS stupiscono fin da subito per la pulizia dei suoni e la cura dei dettagli. Tutto sembra muoversi con un ordine spontaneo e perfetto.
Tratti psichedelici tipicamente rock declinati in una modernità figlia di Radiohead ed Animal Collective, lampi di math-rock ed una ricerca di una melodia schizofrenica ma al contempo capace di cullare. I BRNS si muovono in uno spazio musicale davvero molto vasto, ma tutto il live mostra un’identità chiara nelle costruzioni sonore dei brani, estratti dai due ultimi album Wounded e Patine.
La batteria di Tim Philippe si spende con energia tra le parole di un canto che riesce ad essere preciso ed efficace; la chitarra di Diego Leyder accompagna, incendia, rumoreggia e costruisce con coraggio; i mille strumenti di César Laloux riempiono gli spazi, colorando ciò che è ombra, increspando e moltiplicando le sfumature; il basso di Antoine Meersseman spesso regge tutta l’architettura, talvolta si impone, sempre è presente in modo importante e fondamentale.
Su tutti i brani, dal vivo colpiscono My head is into you ed il suo liquido spandersi per poi deflagrare, Many Chances che se ne infischia della forma canzone prendendo le sembianze di un mantra lisergico, Mexico con il suo ritmo capace di scuotere anche i più timidi in un ballo divertito e colorato.
Il live scivola via veloce come tutte le belle cose, tra la musica e qualche breve ringraziamento in un simpatico accenno di italiano (con tanto di lode allo spritz ed alla spiaggia dell’Hana-Bi di Marina di Ravenna che li ha ospitati il giorno precedente). Un bis richiesto a gran voce da un pubblico non oceanico ma di certo ricco e mai scontato in una città che offre tantissime proposte musicali puntando spesso sull’usato sicuro sacrificando le novità.
Una vera novità, da seguire con attenzione: quella dei BRNS è musica che farà strada, ed è già partita in quinta. Probabilmente ci troveremo a doverli inseguire, ed è bello averli visti per la prima volta qui in Italia. Suoni puliti ed aria pulita fanno bene all’anima, e il NU-Clear Sound anche questa volta ha centrato l’obiettivo.
Gallery fotografica di Emanuele Gessi