Rattle that lock – David Gilmour

Vladimiro Vacca Album, Recensioni Lascia un commento

Nell’arco dell’unità tempo di un giorno in un flusso di coscienza si alternano immagini di una vita… gioventù, amori, fragilità, vecchiaia e morte. Come nel dipinto Campo di grano con volo di corvi Vincent Van Gogh raffigurava il suo presagio di morte, il suo pessimismo verso la vita, anche la copertina di Rattle that lock sembrerebbe rappresentare lo stato d’animo di una leggenda che sente il peso di un’intera vita. In questo quarto album solista David Gilmour si racconta attraverso le poetiche parole della compagna scrittrice Polly Samson e attraverso quel suo modo unico di suonare la Fender. Sparse qua e là citazioni del suo passato floydiano, come in 5 a.m., Beauty e And then, ma c’è spazio anche per i suoi amori nascosti per il jazz, il musical ed il funky come si percepisce nella suadente The Girl in the Yellow Dress, nella title-track e Today. Con le note di piano di A Boat Lies Waiting in questo fluire di riflessioni David ha ancora una volta un pensiero per l’amico tastierista Richard Wright (celebrato anche con The endless river, l’ultimo capitolo dell’avventura Pink Floyd). Ad impreziosire questo disco collaborazioni incredibili: Phil Manzanera, Robert Wyatt, Crosby and Nash, and Zbigniew Preisner. La Fender dovrebbe cambiare il nome in Gilmour perchè David è l’unico a tirar fuori quel suono pulito e cristallino ineguagliabile. Grande disco di assoli liquidi che emozionano in una maniera unica.