Nonostante tante cose che ultimamente portano a rigurgiti di bile, il cittadino bolognese può ancora sentirsi fortunato. Nella città felsinea, dopo giorni ignobili dal punto di vista politico e socio-culturale ci pensa Indie Pride a mostrare uno dei volti migliori della città. Ancora una volta ospitato dal Centro Sociale TPO, giunto alla sua quarta edizione, Indiepride è l’evento di punta di una campagna più ampia che tende a sensibilizzare il tema della lotta all’omofobia utilizzando come mezzo la musica. Musica indipendente, giovane, piena di energia nelle sue diverse espressioni, proprio come quelle chiamate a calcare il palco del TPO. La serata inizia presto con una nostra vecchia conoscenza: Dino Fumaretto. Lo strampalato pianista cantautore Elia Billoni, insieme al batterista Andrea Lovo, intepreta l’opera del fantomatico Dino Fumaretto. Brani che rasentano la follia, ricchi di nichilismo e forti di una interpretazione ruggente da parte di Elia e Andrea. Il racconto dell’assurdità quotidiana di Dino Fumaretto fa sorridere, ma poi lascia sempre un senso di angoscia profonda. Con la schizofrenica Fuck the world si chiude il concerto tra gli applausi di un pubblico divertito e stupito che purtroppo dovrà aspettare il termine di una lunga pausa prima di poter rivedere dal vivo il progetto Dino Fumaretto / Elia Billoni.
Tra i cambi di strumentazione sul palco, l’intrattenimento del pubblico è affidato a Mc Nill, giovane rapper che si improvvisa presentatrice e battutista, senza mai dimenticare però il nobile e fondamentale obiettivo della serata.
Il palco ormai è pronto per accogliere Sofia Brunetta e la sua band. Sofia è un magnifico insieme di splendide contraddizioni: la sua corporatura minuta e delicata si scontra con una presenza scenica molto personale e d’impatto, brani più morbidi si alternano ad altri ricchi di energia rock, con echi black e funk, sostenuti da una vocalità sorprendente. Bravissima lei, così come la band che risulta compatta proponendo un’esibizione di notevole livello. I brani del suo album d’esordio, Former, hanno la capacità di suonare già come dei classici sia per i lievi rimandi alla musica anni ’60-’70, sia per la loro efficace e non stucchevole radiofonicità. Semplicemente mi chiedo come mai non si trovi già ad aprire concerti di band internazionali e non abbia intrapreso un tour oltre confine. Tra i brani eseguiti al TPO, tra tutti spiccano Arthur & I con il suo groove coinvolgente e Leaves & flowers con lo sfoggio delle qualità canore, dei controcanti, delle ascensioni ritmiche.
Un nuovo cambio di palco, una nuova band pronta a salire mentre la sala continua a riempirsi sempre più. Il duo dei To you Mom è pronto ad esibirsi presentando il primo album ufficiale We are lions. L’elettronica vellutata di Luca Laurenzi e Massimiliano Santoni è avvolgente e conturbante. Sporcati da una certa dark-wave non accessivamente claustrofobica, i To You Mom riescono ad unire l’immaginario del fumoso club a quello del dance floor. Un’elettronica sensibile, che segue le pulsazioni senza imporsi; un canto che si stende lieve, una parte ritmica che non prende il sopravvento ma riesce a catturare l’attenzione. Gli strati sonori si moltiplicano senza però essere aiutati da un audio, in questa occasione, ottimale. La melodia di On a friday è tanto delicata e perfetta quanto appiccicosa: mai più si staccherà, è certo. Quello dei To You Mom è un live che va ascoltato ad occhi chiusi lasciandosi andare quindi forse non idoneo a quella parte di pubblico da poco arrivata, con appena una birra in corpo e l’eccitazione dell’inizio di serata, ma prima o poi anche loro comprenderanno.
L’ultimo cambio di palco per i live set della serata attende gli Ofeliadorme. La band di casa a Bologna è fortemente attesa questa sera. Appena tornati da un tour in Cina, Francesca Bono, Michele Postpischl e Tato Izzia sono pronti ad un nuovo tour con un paio di date in Italia ed altre quattro tra Germania e Svizzera. In tasca tengono ben nascosto il loro nuovo disco prodotto da Howie B. L’album uscirà la prossima primavera ed insieme al precedente EP (The Tale) andrà a completare il nuovo corso musicale della band. Sul palco i tre sono eleganti e l’immagine affascinante di Francesca Bono incarna alla perfezione la musica degli Ofeliadorme. I brani si susseguono fondendosi uno all’altro, scorrono come un fiume lento che solo a momenti si increspa contro le rocce ma impercettibilmente, sempre e costantemente, scava la sua via. Zampilli blu, densi che lasciano tracce indelebili. I suoni elettronici colano e si spandono, vibrano al ritmo della batteria creando nuove forme, si innalzano e scoprono la loro anima umana nella voce. Gli Ofeliadorme sono una realtà magnifica, di rara intensità e convinzione artistica che si meritano tutto l’affetto del pubblico.
Dopo una serata di ottima musica ma, specialmente nelle ultime due esibizioni, lontano dal frivolo divertimento del venerdì sera, ora è giunto il tempo dei dj set per far ballare un pienissimo TPO.
Indiepride però non è solo una campagna contro l’omofobia, ma anche una ricerca di incontro all’insegna della qualità. Troviamo pertanto molto azzeccata la scelta di incaricare dei djset notturni Lorenzo Nada (Godblesscomputers) e Populous, apprezzati compositori della più recente scena elettronica nazionale. Godblesscomputers nonostante la sua tshirt con su scritto “ANSIA” offre al pubblico un djset ricco, divertente e variegato, capace di unire alcune chicche black e r’n’b all’elettronica più ballabile, il tutto con freschezza e naturalezza. Dopo di lui Populous ed infine Marco Unzip proseguono il compito di accompagnare il pubblico in questa bella festa, pizzicandolo con accenni hip-hop, visionaria psichedelia elettronica ed i bassi più potenti quando ormai la notte è fonda.
Indiepride in questa edizione ha confermato la bontà dell’evento, proponendo qualità musicale al fianco di un tema tanto importante quanto urgente. Dire “no all’omofobia” è una cosa seria, un tema da carta stampata e purtroppo di cronaca, ma anche di umana quotidianità; Indipride insegna che “no all’omofobia” può anche essere motivo di festa, di musica, arte, colori, impegno.
Gallery fotografica di Emanuele Gessi