Alzi la mano chi sa dove si trova la Lessinia. Tra i pochi che avranno il coraggio, la risposta più gettonata sarà “zona montana da qualche parte al Nord… Veneto… Trentino, forse”, ma sono certo che qualcuno potrebbe tirare in ballo anche amene regioni germaniche o la steppa ex sovietica. In tal caso chiedetelo ai C+C=Maxigross e magari vi risponderanno in cimbro, lingua originaria della Lessinia.
Se davvero non sapete dove si trovi questa terra, di certo non sarò io a dirvelo rovinando l’incanto con mere coordinate geografiche. Ascoltate Fluttarn, ultimo album dei C+C=Maxigross, e la troverete. Amerete le sue le colline, i verdissimi campi, gli alberi in fiore, le nebbie, lo scoppiettare dei legni nel camino, il pizzicare dei maglioni di lana sulla pelle, il gusto potente del vino campagnolo, il silenzio della natura da riempire con la propria fantasia.
Fluttarn va a chiudere una sorta di trilogia composta dal primo ep Singar seguito a sua volta dall’album Ruvain. Dopo “cantare” e “rumoreggiare” è tempo di “svolazzare” (traduzione dal cimbro). Lo scanzonato folk-pop dei primi lavori si era pian piano evoluto con l’esperienza al fianco di Martin Hagfors nel disco An istantaneous Journey prendendo strade dirette al rock psichedelico. Con Fluttarn, l’apice nella complessiva produzione dei C+C=Maxigross, il collettivo musicale spazia incredibilmente in una vastissima gamma di colori riuscendo a far scorrere i brani uno dietro all’altro con rara maestria.
Nelle dieci tracce di cui è composto l’album non c’è solo creatività, ma un’indescrivibile misurata ricchezza. Nulla è di troppo, eppure c’è tanto. Born into it è una deliziosa suite introduttiva per un viaggio onirico senza eguali. Bruce skate e Every time I listen to the stones sono corse tra erba alta e pozzanghere colorate.
Il registro cambia tra gli intrecci sonori di Let it go e si esalta nell’apoteosi psichedelica di All that I’ve done to be so lonely.
Una sfavillante fantasia si impossessa di Est e An afternoon with Paul, dimostrando una capacità compositiva davvero notevole da parte dei C+C=Maxigross: i brani si sviluppano in modo apparentemente irregolare con un fare quasi teatrale, con il continuo ingresso di personaggi, cambiando gli scenari, senza mai perdere però il contatto con la forma canzone improntata ai brani.
Dopo il primo singolo estratto, An afternoon with Paul, il più probabile brano capace di rappresentare in solitaria il nuovo lavoro della band è sicuramente Moon boots. Divertente, immediato nonostante la sua complessità, con quella chitarra capace di raschiare via tutto il grigiore accumulato in una giornata.
Rather than Saint Valentine’s day part III chiude il disco con fascino, lisergica acidità, ritmi e cori di stampo sixties.
Insieme a Marco Fasolo (Jennifer Gentle) alla produzione artistica, i C+C=Maxigross hanno confezionato un disco di altissimo livello, soprattutto bello e godibile, da esportare nel mondo come il prosecco. Fa girare la testa ma non causa emicrania, e inoltre non contiene solfiti: un made in Italy di cui andare fieri!
Credits
Label: Vaggimal Dischi / Trovarobato – 2015
Line-up: Francesco Ambrosini – Filippo Brugnoli – Niccolò Cruciani – Tobia Poltronieri; hanno inoltre collaborato Marco Fasolo (produzione artistica, voci) – Martin Hagfors (voci) – Miles Cooper Seaton (chitarre e effetti) – Håkon Gebhardt (banjo) – Kjell Olav Karlsen Martinsen (steel guitar) – Alice Sofia Molesini & Giulia Vallisari (voci)
Tracklist:
- You won’t wait at the arrival
- Born into it
- Bruce skate
- Every time I listen to the stones
- Let it go
- All that I’ve done to be so lonely
- Est
- An afternoon with Paul
- Moon boots
- Rather than Saint Valentine’s day part III
Line-up: Sito ufficiale, Facebook