Serve una scossa di (in)sana follia? La Maison sono pronti a catapultarvi in un mondo grottesco, popolato da freak decisi a raccontarvi le loro storie racchiuse in Vaine House.
La Maison sono una band livornese nata a Londra dall’esperienza di un comune vissuto nell’abitazione chiamata, per l’appunto, La Maison. Si parla quindi di un luogo che ha segnato le vite dei fratelli Brondi e compagni tanto da portarli dai marciapiedi londinesi (dove si esibivano) allo studio di registrazione in compagnia di Enrico Gabrielli e Taketo Gohara.
Vaine House è un disco di soli dieci brani molto diversi uno dall’altro che però riesce a trovare la sua interessante immagine proprio come il collage di copertina.
Devil e Zingaraje suonano come marce zingare: il circo arriva in città con il suo carico di assurdità infondendo stupore, mentre Frankie, nonostante il suo piglio irruento e senza regole, risulta comunque molto più ordinata ed immediata, meglio allestita, più fruibile. L’ascolto di Rebs come quarto brano del disco è un’esperienza straniante. La melodia, lieve e delicata, si scioglie sul canto inaspettatamente ammorbidito in un brano scarno, romantico ma decadente: un diamante grezzo. Echi di Tom Waits si possono ascoltare nella fumosa Richmond; un’alcolica e funambolica danza si può immaginare nella schizofrenica Sarajevo. La melodia, una ballata spiccatamente pop, torna in Like a snake: la voce, la chitarra nuda, i cori si approcciano in un modo insolito a tal genere di canzone ed il risultato è nuovamente straniante lasciando un senso di incompletezza. Un vortice capace di risucchiare tutto si crea in Parada, per poi concludersi con una leggiadra canzoncina uscita da una vecchia radio. Valentine Road,invece, torna a proporre una composizione più ordinata ed efficace nella sua semplicità mentre la conclusiva Lazy Forest è un delirio di sogno impazzito cavalcato con forza, poi addolcito e poi di nuovo imbizzarrito.
Ogni brano è una storia a sé, Vaine House è un contenitore nel quale sono stati shakerati anni di un’esperienza giovane, ricordi e sogni. La Maison risulta ora una band al quanto sui generisi. L’istintività non può essere fine a sé stessa e va trovata autonomamente: bene hanno fatto Gabrielli e Gohara a non dare una propria impronta al disco che avrebbe snaturato la bizzarra ed affascinante creatura denominata La Maison. Tanti passaggi di Vaine House sono illuminanti e coinvolgenti; se La Maison riuscirà ad isolarli e porre su questi un’attenzione maggiore potremmo attenderci un futuro molto interessante per questa funambolica band.
Credits
Label: Trovarobato – 2015
Line-up: Simone Brondi – Alessio Brondi – Andrea Filippi – Dario Brandini – Anita Salvini
Tracklist:
- Devil
- Zingaraje
- Frankie
- Rebs
- Richmond
- Sarajevo
- Like a snake
- Parada
- Valentine road
- Lazy forest
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