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Scatta l’inseguimento: Calibro 35 @ Locomotiv Club (BO)

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Bastano le primissime note dei Calibro 35 per farci sentire nel bel mezzo di un rocambolesco inseguimento. Non importa se ci troviamo tra le strade di una Milano anni ’60 o su Marte, non importa se il sibilo al nostro orecchio sia dovuto a proiettili o a fantascientifici raggi gamma: il delirio è iniziato, si salvi chi può!
Quello portato sul palco bolognese dai Calibro 35 è un concerto perfetto e divertente, sempre in bilico tra tensione, esplosione, corsa, e solo qualche momento nel quale ci si ritrova tutti quanti a fluttuare nello spazio. Ad aiutare la band milanese in questa missione spaziale ci sono gli Ooopopoiooo, Vincenzo Vasi e Valeria Sturba, con i loro strumenti venuti da altre galassie (tra i quali spicca il theremin).
La prima parte del concerto è completamente dedicata alla proposizione dell’ultimo lavoro in studio prodotto dalla band: S.P.A.C.E.
A differenza dei precedenti album dei Calibro 35, l’innesto dei synth ha portato nuovi colori e scenari. I suoni elettronici di S.P.A.C.E. non sono protagonisti assoluti ma hanno la capacità di variare quel tanto che basta ad offrire una musica nuova pur essendo sempre e magnificamente identificabile come classiche scorribande sonore di marchio Calibro 35.
Dopo una spaziale intro, An asteroid called Death realizzata insieme agli Ooopopoiooo, S.P.A.C.E. e Bandits on Mars danno il via ad un live adrenalinico e nervoso, dove tutto si muove a scatti riuscendo ad apparire sorprendentemente fluido.

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I brani si susseguono senza soste. Fabio Rondanini alla batteria, una macchina perfetta, riesce appena ad asciugarsi il volto che subito bisogna riprendere per portare a termine questa lunghissima scaletta.
I suoni elettronici splendono in Across 111th Sun al di sopra di un flessuoso tappeto funkeggiante sostenuto a sua volta dal basso di Luca Cavina, prima di tornare a fluttuare insieme a Vincenzo Vasi e Valeria Sturba in una delirante uscita galattica senza gravità e a corto d’ossigeno (Something happened on Planet Earth).
A stupire con un approccio indefinibile tra jazz e prog è la splendida CLBR35 (b-sides del singolo Bandits on Mars).
Con Mescaline (da Traditori di tutti) si torna al suono più acido dei Calibro 35 con l’organo ossessivo e coinvolgente di un imprendibile Gabrielli che continua a destreggiarsi sfruttando tutte le frecce che dispone il suo arco. E così in Eurocrime! è subito tripudio di fiati ed organi (suonati anche in contemporanea) da Gabrielli mentre la bellissima chitarra funk di Massimo Martellotta è godibilissima e costante in tutto il brano.
Giulia Mon Amour fa scatenare il pubblico portando tutti a ballare, ed è così che mi ritrovo a mangiare capelli rossi dell’incontenibile ragazza di fronte a me.
Dopo una nuova incursione di Vincenzo Vasi per cantare uno schizofrenico e potentissimo brano rock, il concerto si chiude con Stainless Steel (per gli amici “Segaossa”).

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Capita spesso alla fine di un concerto di poter assistere ad espressioni soddisfatte del pubblico. Talvolta qualcuno è stremato, in estasi oppure semplicemente grato alla band, ma capita di rado di riconoscere sulla totalità del pubblico un sorriso felice.
I Calibro 35 hanno questo dono fuori dal comune: con la loro formula tanto scanzonata quanto rigorosa e metodica, creano la felicità. Il buon intento sarebbe nulla senza le altissime capacità che contraddistinguono i Calibro 35 come musicisti ed interpreti di questo progetto che riesce ad essere originale pur pescando dal passato.
I Calibro 35 dovrebbero andare nelle scuole, ad insegnare il genio e la sregolatezza, lo studio e la dedizione, l’incredibile possibilità di trovare la bellezza ovunque, soprattutto nei più impensabili incroci artistici: chi l’avrebbe mai detto che dalla passione per i film polizziotteschi degli anni ’60-’70 potesse nascere questo capolavoro?

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