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Chiamerò un taxi – Mitici Gorgi

recensione_miticigorgi-chiameròuntaxi_IMG_201602Chiamerò un Taxi è un mini-concept registrato nel 2013 ma è la seconda pubblicazione dei Mitici Gorgi, che segue l’esordio In The Gorgi Show (2014). Vi si ritrova la stessa bizzarra ricerca di intrecci vocali al limite della stonatura e finanche del brutto, del fastidioso, che poi brutto e fastidioso non è. Anzi, è un fascino indefinibile quello che anima festose assurdità come Mungila, sebbene i Mitici dichiarino la loro poetica in Piazza cretina “[…] non mi importa se mi chiamano pazza. Io ho conosciuto la libertà […] perché la gente di Piazza cretina non cresce mai e resta bambina“. Adulti rimasti bambini; non immaturi, ma che al contrario hanno la maturità di non rifiutare e seppellire la follia fanciullesca che rende unica l’infanzia.
Protagonista del concept è Gertrude, la spettrale ragazza disegnata sulla copertina, curata dalla stessa band, il cui viaggio onirico viene descritto in sei illustrazioni da graphic novel, ciascuna per ogni brano.
Strimpellata in Bo bemolle è uno scherzo, un divertimento sotto una leggera pioggia sintetica con personaggi imperfetti come pupazzi di plastilina in stop-motion. Una meccanica orchestrazione che invita a “vivere l’assurdo al di fuori della mente“, ad esempio nella musica dissonante di animazioni datate. Inizia così il sogno di Gertrude, una specie di ludoteca dove anche poesie di Pascoli e arie di Verdi finiscono nel tritacarne dei Gorgi, per imbastire una Canzone utile “che ti faccia naufragare” negli abissi aciduli dei loro vortici psichedelici. Relation è uno spoken punk irriverente con chiusura di armoniche strimpellate e casiniste, mentre la wave de La mamma di Maiale riscopre l’ironia dissacrante di Ivan Graziani (Taglia la testa al gallo) e quell’intonazione leggera che gli consentiva di pronunciare tutto, accompagnata ad una asprezza che in certe note roche potrebbe essere quella della prima Loredana Bertè. La quasi interamente strumentale Bombalkaiser mostra anche le qualità più strettamente tecniche della formazione, nel gioioso e complesso respiro della composizione, la scelta gustosa dei suoni e la precisa e avvolgente esecuzione.
Ma poi il sogno di Gertrude finisce e con Il risveglio si ritrova sul set di Dèmoni di Lamberto Bava a recitare la parte della vittima impassibile dell’incubo: “c’è uno zombie che mi mangia“.
Non per tutti.

Credits

Label: Millessei dischi – 2016

Line-up: Federica Camiciola (Ableton, Mpc, Guitar, Vox) – Chiara Fantozzi (Vox, Synth, Flute) – Piero Cappellini (Guitar, Vox) – Francesco Fanciullacci (Bass, Guitar, Vox, Mpc)

Tracklist:

  1. Strimpellata in Bo bemolle
  2. Canzone utile
  3. Relation
  4. La mamma di maiale
  5. Bombalkaiser
  6. Il risveglio

Link: Sito Ufficiale, Facebook

Chiamerò un taxi – streaming

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