Con i suoi suoni freddi, nell’inverno più caldo degli ultimi cinquant’anni, il primo album del trio romano Stanley Rubik ha visto la luce. Era novembre 2015 quando INRI ha pubblicato Kurtz sta bene, un disco che già dal titolo non nasconde i riferimenti letterari e cinematografici (Cuore di Tenebra e Apocalypse now) e la loro visione della società che trasportano nell’album.
Undici brani che trovano la forma in un mix di rock, elettronica ed una voce ammiccante.
Gli Stanley Rubik sono bravi, i brani sono ben costruiti ma fin troppo ricchi tanto che alla fine dell’ascolto non rimane molto nella mente. Frammentando però l’ascolto, riducendo i brani ai minimi termini, si possono trovare passaggi davvero interessanti. Sfuriate elettroniche alla Nine Inch Nails, atmosfere cupe di stampo Puscifer, aperture melodiche spiccatamente pop, riff pesanti tra Mars Volta e A perfect circle.
Anche i testi hanno una notevole importanza all’interno del disco: efficaci nella comunicazione, ma un po’ stridenti rispetto al contorno sonoro che forse richiederebbe una poetica un po’ più elaborata.
I Stanley Rubik si propongono con un album d’esordio per nulla acerbo che incuriosisce e riesce a farsi ben notare nella marea di proposte electro-rock del momento.
Credits
Label: INRI / Metatron / Curci ed – 2015
Line-up: Dario Di Gennaro (voce, basso, synth, piano, programming) – Gianluca Ferranti (chitarra, synth, samplers) – Andrea Bonomi Savignon (batteria, pad)
Tracklist:
- Cado
- A.
- Sisma
- Distacco
- 10:10, pt.1
- 10:10, pt.2
- Kurtz sta bene
- Prognosi
- Edipo
- Colla di fibrina
- Bocca vuota
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