Io, le favole le adoro; da inguaribile rocker dal cuore di panna adoro i regni incantati, gli amori con l’happyfuckinending, gli arcobaleni e gli unicorni.
Allo stesso modo, però, in un periodo storico, musicalmente parlando, in cui il manierismo, la manipolazione forzata, l’over stupore ad ogni costo, sembra essere sfuggito di mano a molti musici, come adoro le favole, amo anche le canzoni dalla forma classica, dove strofa, ritornello e special si alternano ordinatamente, senza crisi d’identità, e dove i testi sono semplicemente comprensibili.
Quando ho sentito cantare a piena voce da Ermal Meta che “odia le favole”, ci son rimasta ovviamente male. Poi ho ascoltato interamente il suo ultimo album ed ho capito che forse le cose non stanno proprio così.
Mettiamo un po’ di ordine: Umano è il primo album solista di Ermal Meta: qualcuno di voi (dai su, non nascondetevi tutti adesso) lo avrà forse visto qualche mese fa sul palco dell’Ariston di Sanremo in gara con i “giovani”; altri (questo fa più figo, potete smettere di nascondervi ed alzare la mano) se lo ricorderanno come frontman de La fame di Camilla. Ad altri ancora il nome suonerà familiare come autore di hit radiofoniche prestate ad artisti tipo Mengoni, Patty Pravo, Renga e via dicendo.
Per riassumere: Ermal Meta è un musicista, made in Albania, con un grande background esperienziale che, con il suo primo lavoro da “single” uscito lo scorso febbraio per Mescal, ci conferma le sue doti da poeta romantico 2.0, raffinato, diretto e misurato.
Misurato, sì, passatemi il termine: nessuno dei 9 brani dell’album è inutilmente agghindato solo per colpire o schiaffeggiare; il senso della misura è evidente.
Nei testi si parla di amori traditi, di quelli ricambiati, di lettere scritte e mai spedite, di sentimenti: si parla e si respira, dall’inizio alla fine, umanità.
Odio le Favole vi trascinerà con la sua melodia; Gravità con me vi farà danzare grazie ad una cassa in quattro adagiata su un tappeto elettronico un po’ dance, un po’ elettropop anni 80; Umano, diretta, cruda, malinconicamente toccante, vi si attaccherà sulla pelle, come un cerotto su una ferita.
35 minuti in cui non mi è molto chiaro, alla fine, se Ermal le odi davvero le favole, ma poco importa; con un album così, io, continuo a crederci ancora. Provate pure voi.
Credits
Label: Mescal – 2016
Line-up: Ermal Meta
Tracklist:
- Odio le favole
- Gravita con me
- A parte te
- Pezzi di paradiso
- Umano
- Bionda
- Volevo dirti
- Lettera a mio padre
- Schegge
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