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Dente @ Arci Bellezza, MI, 02/04/2016

livereport_dente-arcibellezze_IMG_201604Anice in Bocca, l’album di esordio di Dente, compie 10 anni e per celebrarlo degnamente viene stampata una versione in vinile + cd di quel disco venduto solo in circa 300 copie ai concerti nel 2006.
Inoltre vengono scelte una manciata di date (poi diventate 7 con un paio di raddoppi) per riproporlo dal vivo. L’ultima data è quella di sabato 2 aprile, all’Arci Bellezza di Milano, andata sold out in poche ore esattamente come quella della sera prima.
Non mi sono informato sulle scalette dei giorni precedenti perché volevo avere un minimo di sorpresa, che c’è stata.
Il piccolo club milanese conta di circa 200 posti a sedere nella sala concerto, dove il palco è incastonato fra due tende rosse stile teatro. La scenografia minimale è costituita da lampadine posizionate sopra a dei supporti di varie altezze (che lui chiamerà la sua “orchestra Edison”) che abbiamo già visto in altri concerti come nel suo tour di Almanacco del Giorno Prima oppure sui palchi per i Sigur Rós e Iosonouncane.
Alle 22:15 Giuseppe Peveri sale sul palco dove sono già posizionate due chitarre, la loop station e una tastiera che verrà usata solo in un’occasione.
Dopo l’iniziale Al mondo, Dente ci spiega che proporrà “per il vostro piacere e disgusto, tutto Anice in Bocca” ironizzando sulla tristezza di questo album come solo lui sa fare.
Tra una battuta e l’altra, le canzoni, eseguite il più fedelmente possibile, scorrono veloci, vista anche la loro durata media bassa e la cronologia è esattamente quella della tracklist del cd.
Il “singolone” del disco, come lo chiama lui, è Pastiglie, mentre Elettrofioriture la presenta raccontando come è nata, cioè leggendo male la scritta “elettroforniture” su un camion, e suonata usando un effetto in stile sitar.
Per Senza Testo? veniamo invitati da lui a scrivere qualcosa finché la suona con la chitarra, volendo anche con i nostri “telefoni maledetti”, visto che nell’originale si sente il suono della matita con cui scrive (quindi il testo in realtà c’è).
Gioco da me chiude l’album e la prima parte del concerto ed è l’unica canzone eseguita alla tastiera con la voce distorta esattamente come era stata incisa (avete presente i Chipmunk?).
Acclamato dalle richieste per i bis da parte del pubblico, particolarmente vivace questa sera, Dente torna sul palco per eseguire altri brani dal suo “Best of” appena uscito (dice lui, ma naturalmente non è vero) che inizia con Beato Me, ormai un suo classico, e prosegue con Diecicentomille dall’album Non C’è Due Senza Te.
Per Invece tu viene proposto al pubblico di fischiettare durante l’assolo ed il risultato è assolutamente esilarante! Dopo l’esibizione di Casa Mia viene proposta la sorpresa della serata, Sogno, che non si trova nei suoi dischi ma solo nella compilation La Leva Cantautorale Degli Anni Zero del 2010.
Le successive canzoni sono la bellissima Coniugati Passeggiare, Finalmente da L’Amore non è bello, Baby Building, A me piace lei, Puntino sulla I da Io Tra Di Noi e Buon appetito, cantate tutte a memoria dal pubblico, sempre molto partecipe.
Sembrerebbe tutto finito ma dopo essere uscito dietro le quinte, ritorna poco dopo per un ultimo bis ed esegue Vieni a Vivere, da un po’ di tempo il suo finale di ogni concerto.
In poco più di un’ora e mezza ho assistito ad uno dei suoi concerti migliori, dove ha dimostrato di poter spaziare con maestria dalle tracce più sperimentali al pop più genuino, sempre accompagnato dalla sua ironia e dal feeling che ha ormai instaurato da anni con i propri fans.

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