Ci sono poche sensazioni più belle del piacevole stupore nel riconoscere completamente errate le proprie convinzioni. Mi è capitato, ed auguro che capiti anche a voi, di scoprire che il “liscio”, quello vero, si distingue dalla massa informe di note sentite distrattamente nella disperazione delle tv locali o su certi palchi delle Feste dell’Unità. Dietro a tutto questo c’è una storia inaspettatamente appassionante che da Secondo Casadei giunge ai giorni d’oggi, un insieme di sapori andati persi da riscoprire, un geniale mix di contenuti e spensieratezza.
Appena finite le prove al TPO di Bologna, di fronte a magnifici piatti di lasagne (che hanno scatenato gli applausi) e tra innumerevoli risate, si è svolta questa chiacchierata con Mirco Mariani, Moreno “il Biondo” Conficconi e Mauro Ferrara. Il primo, deus ex machina di Saluti da Saturno ed eXtraLiscio, i secondi numi tutelari del liscio, con una quantità di concerti alle spalle che farebbero impallidire ogni rocker purosangue.
Da loro abbiamo imparato che la passione e la sincerità pagano sempre, almeno per certo con la moneta della soddisfazione e della gratificazione profonda. A tutta la squadra di eXtraLiscio e TPO va il nostro grazie per aver creato le condizioni perché ci imbattessimo in questa strada, per averci accompagnati, per averci fatto divertire come matti durante tutta la sera, dall’esibizione di “polka chinata” fino allo scoppiettante finale del “gran ballo”.
Gallery fotografica di Emanuele Gessi
In passato abbiamo già parlato insieme dell’idea che ha lanciato il progetto “Dancing Balera”. Ora è eXtraLiscio: un’evoluzione causata dagli eventi o da una precisa volontà?
Mirco: Quando registravamo il disco pensavamo di fare semplicemente i “Saluti da Saturno che suonano liscio” e per questo allargamento avevo pensato di aggiungere un “XL”. Poi è stata un’idea del nostro Nico: “XL… eXtraLiscio!”. Il nome è venuto a disco quasi ultimato, ed ora siamo una vera e propria orchestra di eXtraLiscio!
Il disco contiene brani originali e reinterpretazioni di classici romagnoli: come si sono integrati i primi con la tradizione?
Moreno: Semplicemente c’è del nuovo con un sapore tradizionale. Ad ascoltare alcuni brani viene da chiedersi “Quand’è che Secondo Casadei ha scritto questo pezzo?”. L’arrangiamento di Mirco li rende attuali, ma stando solo a testi e melodia, quei brani potrebbero essere degli inediti di Casadei. Forse Mirco è entrato nella testa di Secondo, oppure forse è il contrario! Abbiamo suonato a Savignano ed ero teso: lì c’erano gli ultras del folk romagnolo, ma è andata bene! Siamo riusciti a far capire che c’è un legame di allegria continua con una radice storica molto seria. Un mix ed equilibrio difficile da ottenere. Sul finale ho chiesto a Riccarda Casadei (figlia di Secondo – ndr), che sedeva in prima fila, se suo padre avesse avuto un’orchestra come questa cosa avrebbe fatto cantare a Mirco. Lei, senza esitare, ha risposto “Un bes in bicicletta!”. Così abbiamo fatto una chiusura stratosferica con il pubblico entusiasta.
In questo eXtraLiscio cosa c’è di assolutamente inedito? Quali sono gli elementi nuovi che hanno convinto anche voi a questa “sfida”?
Moreno: C’è l’opposto di quanto è il liscio ora in giro per l’Italia. C’è il liscio della cantina di quando si suonava da ragazzini cercando di ispirarsi ai vecchi che hanno dato vita negli anni ’30 a questa musica.
Mirco: Quando esci fuori dall’Emilia Romagna, la gente ha in testa un’idea del liscio che è semplicemente musica pop brutta. Si è perso il suono della cantina, del violino, del legno e non è facile spiegare questo fatto. Le orchestre attuali un po’ se lo meritano: hanno creato loro questa situazione. Noi cerchiamo di ribaltare la prospettiva… pensa che stasera faremo anche un brano dei Blues Brothers: siamo in missione per conto di Secondo Casadei!
Io stesso prima di conoscere il vostro progetto avevo quell’idea distorta di liscio di cui parli. Poi mi ha anche contattato Riccarda Casadei inviandomi tanto materiale sulla storia del liscio ed ho potuto scoprire cose bellissime che non conoscevo prima…
Mirco: Sai, la musica napoletana ha un patrimonio pazzesco, quella pugliese e romana altrettanto, ma molti altri hanno già fatto cose interessanti su queste musiche: io sono contento come una Pasqua di avere a che fare con la musica romagnola perché ha ancora tanto da dire, da riscoprire.
Un brano che mi ha stupito particolarmente è Il passatore. Un brano della tradizione, che unisce la storia, il mito, la poesia, e narra eventi truci. Potrebbe essere una delle “murder ballads” di Nick Cave o un brano di De André. Cosa ti ha spinto a chiudere un disco così solare con un brano così forte?
Mirco: Da quando ho registrato quel brano subito ho pensato che con esso si doveva o aprire o chiudere il disco. Certe canzoni di liscio hanno dei racconti bellissimi, e anche io lì ci ho sentito De André. Mi sono chiesto: se lui avesse potuto conoscere questo brano, quale altra direzione sarebbe riuscito ad offrirgli?
Come ha già detto Mirco, state suonando in luoghi “istituzionali” per la musica romagnola, ma anche in contesti molto diversi, come appunto oggi al TPO. Qual è il riscontro che state ottenendo?
Mirco: Ah Ah Ah! Il riscontro più bello della mia carriera è stato pochi giorni fa a Treviso. Era incredibile: io sono salito sul palco e tra il pubblico quello più contento pareva gli fosse appena morto il cane. Locale pieno di gente, volti di marmo. Poi è entrato Mauro, e siamo diventati “liscio”, senza se e senza ma. Lui ha una personalità che pochi cantanti hanno anche nella musica rock. Lui si fa riconoscere dopo un istante, ed è la caratteristica dei grandi. Però a quel pubblico non riuscivamo ad arrivare, non possiamo pretendere di piacere a tutti. Nonostante questo, l’organizzatore del locale era preso benissimo e ci ha invitato ad un festival enorme che organizzerà in estate!
Moreno: Per il liscio non sono però situazioni inusuali, le ha sempre toccate tutti gli anni nella sua storia: vive di estremi. Può arrivare fortissimo e coinvolgere, oppure…
Mirco: Ed è questo che mi piace tanto! Persone come Moreno e Mauro vivono il liscio in un modo incredibilmente sincero. Non sono suscettibili a mode come spesso capita tra i gruppi rock. Loro sono fedeli, sinceri, appassionati. E noi insieme dovremo cercare di essere così bravi, piano piano, da insinuare l’idea (vera) che il liscio è una musica completa, con tanto da dimostrare.
Immagino che la vostra esperienza, in linea con la tradizione romagnola, vi abbia per lo più portato su palchi di fronte ad un pubblico accorso per ballare. Con eXtraLiscio è un po’ tutto diverso, no?
Mauro: E’ poco tempo che vengo in questi ambienti per i giovani e tra i giovani. La prima cosa che mi ha colpito è che quando si cantano questi brani della musica folkloristica romagnola come Romagna mia o Romagna e Sangiovese vedo i giovani seguirmi cantando! La prima volta che abbiamo fatto lo spettacolo io avevo paura di salire sul palco: “chissà come la prenderanno?”. Porca miseria, dopo poco cantavano tutti… e poi gli autografi, i selfie! Inoltre, la prima volta che siamo venuti qui al TPO, mi ha stupito vedere i giovani affrontare il ballo di coppia, che non si vede nemmeno più nei locali di liscio perché lì si fanno per lo più balli di gruppo. Con il bicchiere di birra in mano, i giovani si abbracciavano, ballavano in coppia e ci provavano con la polka, la mazurca, il cha cha cha e tutte le nostre musiche. Altra cosa che mi ha stupito era vedere tanti giovani che conoscevano già i nostri brani grazie ai social, YouTube e quelle cose lì. Nel mio caso questa è una situazione nuova, innovativa. Essere davanti a tanti giovani, per me è un’emozione enorme, grandiosa; non esagero a dire che mi viene la pelle d’oca. Vedi, quando iniziai a fare la musica folkloristica romagnola c’erano tanti giovani che venivano per ballare, ma guai se facevi una polka o un walzerino… fischi! Negli anni ’60 ero con il Maestro Vittorio Borghesi: al pomeriggio si faceva il “genere moderno” (il beat, i brani da hit parade) e ci chiamavamo I Victor, poi alla sera ci chiamavamo Orchestra attrazione Vittorio Borghesi. Dalle sette di sera si prendevano i fischi a tutto spiano dai più giovani perché il Maestro, imperterrito, suonava i brani tradizionali, andando avanti per la sua strada. Ma evidentemente era giusto così: non bisogna mai fermarsi, sempre andare avanti, questa è la realtà.
La volontà di riscoprire il passato musicale è testimoniata anche da progetti di altri artisti. Forse questa ricerca è spinta dalla volontà di vivere la musica (sopra e sotto il palco) in un modo meno individualistico, quindi scoprire un modo più conviviale, comunitario e originale?
Mirco: Sicuramente sì, esattamente. Ed aggiungo un punto di vista personale: io non mi sono mai divertito così tanto su un palco! Moreno mi sta insegnando questo ruolo del “capo orchestra” che per me è incredibile! A quella parola io associo Duke Ellington, per esempio! Il nostro affiatamento sul palco è dovuto anche al fatto che io ascolto la voce di Mauro da quando ero ragazzino: tornavo a casa con la corriera e mia mamma seguiva quelle trasmissioni dove la voce di Mauro c’era sempre, quindi non posso sbagliare a scrivere una canzone per lui: il suo modo di cantare ce l’ho dentro! L’ho voluto coinvolgere perché per me è come avere a fianco Claudio Villa: i cantanti, quelli veri! Un altro grande acquisto di eXtraLiscio è anche Baby Moira: non avevo capito l’importanza di una cantante come lei sul palco fin quando non l’abbiamo avuta con noi.
Raccontatemi anche dell’esperienza della giornata che avete recentemente organizzato a Valdazze.
Mirco: Eh Emanuele… uno tra i momenti più belli della mia vita musicale. Loro hanno fatto un’oretta di musica folkloristica magnifica… un’orchestra strepitosa con, tra gli altri, il grande Fiorenzo Tassinari. Poi è venuto a trovarci Pietro Tonolo, un jazzista che ha suonato anni con Gil Evans e Paul Motian. Pietro ad un certo punto si è inserito, ha improvvisato degli assoli, sul liscio! Lì ho capito che stava succedendo qualcosa: un incontro fuori dal comune! Poi la cosa è debordata… più tardi mentre cantavo mi sono girato e ho visto Pietro Tonolo con il sigaro in bocca che suonava la mia chitarra scordata: magnifico! Il liscio c’è.
Moreno: Con eXtraLiscio abbiamo realizzato una sintesi di personalità storica del folklore che la tecnologia moderna ha fissato nelle orecchie di tutti: Mauro è “la voce del liscio”, lo stesso è accaduto per Fiorenzo Tassinari che come musicista è un fuoriclasse ed anche un simbolo, poi il sottoscritto che ha suonato dal ’90 al 2000 con Raul Casadei che era stato bravo a spingere sulle contaminazioni più belle (da Elio e le Storie Tese a Gloria Gaynor) mantenendo lo spirito “casadeiano”.
Mauro: Sai che Moreno ha persino diretto Tito Puente? Ci rendiamo conto? Una volta ci serviva un percussionista e quasi per gioco fu lanciato il nome di Tito Puente… beh, lui partì per New York e realizzò questa collaborazione! L’innovazione c’è sempre stata tra noi.
Moreno: Ora, riuscendo di nuovo ad emergere con questa particolarità ma coltivando lo spirito tradizionale, quello che ha creato la passione ed il mestiere, abbiamo un’occasione irripetibile e forse unica. Pensavo che l’avessimo fatte tutte con il liscio, che oltre l’esperienza con l’Orchestra Sinfonica di Riccardo Muti non ci fosse più altro da fare… poi quando ho sentito parlare Mirco insieme a Riccarda Casade ho proprio pensato: “ci siamo!”. Con l’Orchestra abbiamo dato autorevolezza, rendendo la nostra musica “colta”, ma con Mirco possiamo arrivare alla gente.
Mirco: Anche se in questi giorni siamo un po’ depressi perché sembrava molto possibile suonare al concerto del Primo Maggio, ma alla fine la direzione artistica non ci ha presi…
Trovo molto interessante la considerazione di Moreno riguardo alla tecnologia che fissa nella memoria determinate cose, sostituendo ed annullando le precedenti. Essere qui ora a fare questo tipo di musica vi mette di fronte anche ad una notevole responsabilità: uno inizia scherzando poi…
Moreno: E’ per questo che mi tengo stretto Mirco! Comunque la nostra musica è fatta di gioco e scherzo, ma anche serietà.
Mirco: Il tuo ragionamento porta ad un passo avanti, ma è bene rimanere al passo indietro, alla partenza. Anche io devo ammettere che la parola “liscio” per certi versi è una condanna, una guerra! Alcuni non riescono proprio ad andare oltre alla parola. Noi non lo facciamo di certo per diventare ricchi o famosi, ma perchè ci diverte e ci sembra giusto farlo.
Quali sono i programmi futuri di eXtraLiscio?
Moreno: Diamo l’anticipazione: stiamo già lavorando al nuovo disco!
Mirco: Il “volume 2″ di eXtraLiscio sarà strumentale: polka, mazurca, walzer, con tanti musicisti ma su tutti Moreno e Fiorenzo Tassinari. Poi chissà… il mio amico Massimo Simonini ha detto che ci sono due musicisti giapponesi folli che, pare, facciano musica in qualche modo simile al liscio!
Moreno: Pensa Mauro… andiamo coi giapponesi!
Mauro: Ho capito, adesso voi tagliate fuori il cantante!
Mirco: Mauro, il terzo disco sarà cantato! E abbiamo già le canzoni. Voglio provare uno sposalizio “tango-finlandese”… anche se è un casino! Il canto di Mauro, dalla Romagna, gli darà la vita… poi arriverà il cantante di tango finlandese, freddo, con malincoooniaa…! Comunque prima di questo ci sarà il disco strumentale: a maggio registreremo i pezzi poi li manderemo ai giapponesi che ci faranno due urli: fatto!
Come viene vista ora dai colleghi di altre orchestre questo vostro affacciarsi su territori nuovi?
Mauro: Sono tutti gelosi! Ma devono venire a vedere quello che facciamo per capire davvero.
Moreno: Raul Casadei forse è l’unico che ha capito il nostro progetto. Da quell’ambiente siamo comunque osservati con attenzione e rispetto, quindi poi quelli che hanno avuto voglia di vederci e ascoltarti veramente ci hanno fatto i complimenti.
Mirco: E’ come un albero: vedi il fusto, i rami, ed aspetti i frutti per mangiarli, e pur non vedendole sai che sotto ci sono le radici. Io da sempre amo il liscio, ma non è mai stata una passione da ascolto quotidiano. Poi mi sono ritrovato intorno Riccarda Casadei e sua figlia: a sentirle parlare mi sono accorto che ci sono delle radici pazzesche, fatte di musica suonata, di sorrisi e gentilezze di una volta, cose che in altri generi musicali non mi capita spesso di incontrare. Si sono create situazioni umane e si sono legate alla storia. Di fronte alle difficoltà del mondo della musica in generale, unite a quelle che vive il liscio… noi comunque ci sentiamo benissimo insieme.
Moreno: Ti dirò di più: la parte “extra” di eXtraLiscio è proprio quella che si suonava in realtà quarant’anni fa e non più da molto tempo. La paloma, Il tango delle capinere erano brani che si suonavano quando eravamo ragazzini. La Lambada? Rosamunda? Guai! E invece noi le facciamo.
Mirco: Perchè dobbiamo ricreare il sapore andato perso. Una narrazione complessa, che si allarga a tanti generi. La raspa! Stasera facciamo anche quella e la dedichiamo a te!
Moreno: Oddio cosa abbiamo fatto? Va bene, faremo anche La raspa!
Mauro: Pa-rà pa-rà pa-rà pa-ra-ra-ra-rà pa-rà!
Io pensavo che per voi questa esperienza eXtraLiscio fosse un passaggio temporaneo: un disco e poi si torna tutti ai propri affari. Quindi come ultima cosa mi ero preparato di chiedervi “cosa vi rimarrà di questa esperienza”?
Moreno: Cosa rimarrà? Devi cambiare la domanda: cosa vi attenderà?
Mirco: Stasera si vedrà una parte di quello che è nella nostra testa. L’obiettivo da raggiungere è che il concerto arrivi a durare sei ore! Si inizia con un po’ di sano folklore di riscaldamento, poi i balli ed infine l’eXtraLiscio.
Mauro: Quant’è che deve durare una serata? Sei ore? E’ meglio che io trovi un sosia…!
Mirco: Io ti voglio con un vestito tutto bianco ed il cappello da ammiraglio, e poi ti portiamo sul palco, in limousine! Tu sei una rockstar Mauro!