C’è il ritmo a cui ci costringe la vita, in questo secondo album de I Bifolchi. Con tutta la sua energia, la bellezza, la disperazione. Come muoversi nella folla prendendosi a spallate, a volte perdendosi in uno sguardo, altre a regalare un sorriso. Otto brani immediati, messaggi chiari che parlano ed evocano, senza nascondersi dietro a sovrastrutture che ledono la naturalezza. Vere come il contatto, quello fisico, che stiamo perdendo, come ci ricorda la copertina di questo disco.
Brani che ti fanno muovere, che ti fanno venire voglia di ballare, mentre le parole a volte tagliano la pelle, fanno lucidi gli occhi. Come in un vortice di ricordi e aspirazioni, che riconosci in tutta l’umanità. La leggerezza della musica, questo folk, un po’ rock, un po’ country, difficile da classificare, che porta pesi incredibili, e te li scioglie dentro.
Raramente mi succede di amare al primo ascolto. Questa è una di quelle rare volte. Il primo brano, Nella gioia e nel dolore, è uno dei più belli. L’amore è raccontato senza nessuna forma di retorica, ma con quel romanticismo e quella onestà che solo chi ama, chi ha amato, può riconoscere: “sarà stupendo darci per scontati, come si fa con un padre e una madre.”
Poi tutto scivola così, velocemente, canzone dopo canzone, con sentimenti diversi e simili, che sembrano inanellarsi e farci da contorno, in questa atmosfera di gioco e dolore che, ripeto, è così straordinariamente simile alla vita, e si incontrano le mani di quelli che hanno collaborato, a partire da Francesco Ceri (I matti delle Giuncaie) proprio nella traccia di apertura Nella gioia e nel dolore e da Fabrizio Pocci (Fabrizio Pocci e il Laboratorio) che partecipa alla successiva Il Palloncino. E ancora, Letizia Papi ed Emiliano Pasquinucci (Malamanera) in Abbracciami, David Di Lelio e Davide Michelini (21Grammi) in Ora o mai più e Riccardo Nucci (La bottega del ciarlatano) in Si salvi chi può. Tutte band della scena musicale maremmana/livornese, con i quali in questi due anni i Bifolchi hanno condiviso più volte il palco.
E ho talmente ascoltato e riascoltato, che ho già il mio brano preferito, Ora o mai più, che (per quanto tutti i testi siano molto belli, semplici e di impatto) spicca per intensità. Così, almeno, l’ha percepito la mia pancia.
“Si vive solo per una volta, e che quella volta sia dannata e sporca.”
Dal primo album, Diario di un vecchio porco, è passato solo un anno. Questi brani, scritti in tour, da una città all’altra, hanno il dono di contenere tutto il senso del percorso, interno ed esterno, ma sempre denso di profondità.
Credits
Label: Libellula Music – 2016
Line-up: Samuel Pellegrini (basso, cori) – Francesco Giomi (batteria, percussioni) – Salvatore Brasco (voce, chitarra classica e acustica) – Nico Grassi (chitarra elettrica e acustica, cori)
Tracklist:
- Nella gioia e nel dolore
- Palloncino
- Le giovani coppie
- Abbracciami
- La fan degli afterhours
- Si salvi chi può
- Ora o mai più
- Che fai a Capodanno?
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