La conferma di superbo songwriter. Dall’inferno al Paradiso. Mutando da Jeff Buckley a Tom Waits, passsando per Trent Reznor. Furnaces nasce dalla constatazione che l’uomo contemporaneo è dotato di un cinismo unico che lo porta solo alla distruzione dell’ambiente che lo circonda (le “fornaci” del titolo sono un chiaro riferimento alla politica del Regno Unito relativa alle fratturazioni idrauliche per l’estrazione di gas e petrolio). Il sound di questo disco è un caleidoscopio di colori e di sfumature, molti chiaroscuri che non perdono mai di vista la potenza della melodia. Ci sono brani di incredibile bellezza come The World is on fire, Furnaces e Dyonisus. Furnaces è un disco di cantautorato politico-sociale. Ed Harcourt ci sbatte in faccia quello che siamo diventati in balia di poteri finanziari che influenzano i nostri governi. La produzione artistica di Flood ha diretto magistralmente le atmosfere adatte a questo ispiratissimo lavoro. La voce di Ed Harcourt è versatile e riesce ad essere angelica e sospesa come in You give me more than love o dannata e calda come in Nothing but a bad trip. Collaborazioni uniche ad impreziosire l’album sono quelle di Stella Mozgawa delle Warpaint, Tom Herbert dei The Invisible & Polar Bear, Hannah Lou Clark e il percussionista Michael Blair (Tom Waits). La copertina è l’ulteriore valore aggiunto al disco, è stata realizzata dall’artista Ralph Steadman, che aveva curato le illustrazioni allucinate di libri come Paura e delirio a Las Vegas. Questo disco è senza dubbio il migliore lavoro del cantautore britannico perchè, come lui stesso ha dichiarato, è un disco che ti fa piangere, fottere e combattere allo stesso tempo. Tra i più grandi album cantautorali di quest’anno.
Credits
Label: Polydor records – 2016
Line-up: Ed Harcourt.
Tracklist:
1. Intro
2. The World is on Fire
3. Loup Garou
4. Furnaces
5. Occupational hazard
6. Nothing But a Bad Trip
7. You Give me More Than Love
8. Dionysus
9. There is a Light Below
10. Last of Your Kind
11. Immoral
12. Antarctica
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