Una madre che ha paura per sè e per suo figlio, davanti una montagna che rappresenta il futuro. Il nostro futuro fatto di nostalgia, rapporti sociali difficili ed alienazione quotidiana dietro l’angolo. Già nella cover di Your wilderness c’è svelato tutto l’universo tematico e sonico di questo undicesimo capitolo della band britannica The Pineapple Thief. Le foto dell’artwork di Carl Glover sono il giusto compendio visivo del mood che si respira nel disco. Il leader Bruce Soord è riuscito a dissociare la sua recente fortunata attitudine folk-cantautorale espressa nel progetto solista da quella prog sempre manifesta nel progetto The Pineapple Thief ( secondo come originalità solo a Steven Wilson). Your Wilderness è molto vicino agli ultimi lavori dei Porcupine Tree in termini di ricerca melodica e ritimica, al di là dell’anima prog principale, tutto frutto del drumming di Gavin Harrison. In exile è il brano che apre il disco ma che introduce alla perfezione l’intero album. Siamo davanti ad arrangiamenti mai ascoltati in dischi precedenti dei Pineapple Thief, questo determinato anche da contributi particolari come ad esmpio il clarinetto di John Helliwell (Supertramp) e il quartetto d’archi di Geoffrey Richardson (Caravan) che arrichiscono un pezzo come Fend your self. In tutto il disco si respira una sospensione prog-melodica caratterizzata dall’uso di soffici armonici come in The final thing on my mind e That shore. Il progetto The Pineapple Thief si rinnova ad ogni disco. Your Wilderness entra di diritto tra i migliori album prog di quest’anno.
Credits
Label: Kscope records – 2016
Line-up: Bruce Soord (guitars/lead vocals) – Jon Sykes (bass/backing vocals) – Gavin Harrison (drums) – Steve Kitch (keyboards).
Tracklist:
1. In Exile
2. No Man’s Land
3. Tear You Up
4. That Shore
5. Take Your Shot
6. Fend For Yourself
7. The Final Thing On My Mind
8. Where We Stood
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