C’è un’aria fresca stasera a Cesena, un’aria di metà settembre travestito da ottobre inoltrato che ci accoglie tra le imponenti mura della Rocca Malatestiana.
Siamo all’ultimo appuntamento della quarta edizione di Acieloaperto, manifestazione musicale che ci fa compagnia nelle lunghe estati romagnole. Sul palco, questa sera: i Verdena.
In verità il live avrebbe dovuto svolgersi ad inizio agosto ma, il clima poco clemente, ha costretto gli organizzatori a posticipare tutto di un mese, ed eccoci qua.
I Verdena sono alla penultima data di un tour che va avanti ormai da un anno dall’uscita di Endkadenz vol 1 e vol 2. Ai due album aggiungiamoci anche uno Split Ep, uscito pochi giorni fa con la collaborazione di Iosonouncane. Quattro brani: due dei Verdena e altrettanti di Iosonouncane, riarrangiati e reinterpretati a vicenda.
Ma torniamo al live.
La Rocca non esplode di pubblico; forse un po’ colpa del rinvio e forse delle tante date del tour. I presenti comunque sono carichi e colmi di voglia di ascoltare il trio bergamasco (quartetto grazie al prezioso contributo di Giuseppe Chiara).
Sono passate da poco le 21.30, quando, puntuale, il palco si riempie di luce e di carica underground.
Non c’è spazio per il passato: in scaletta solo brani delle ultime fatiche.
La naturalezza, la semplicità e l’armonia con cui i tre, quattro, spartiscono suoni e palco è disarmante. I quasi 20 anni di carriera si sentono tutti: c’è dialogo, sapienza e quella voglia di urlare che li ha sempre contraddistinti. Sembra che la distanza tra il pollaio della sala prove ed il palco della grandi occasioni non sia quasi reale. Big up anche per Mr. Giuseppe Chiara che tra tastiere, chitarra, cori e synth riesce a calibrare e organizzare un lavoro sublime sul palco.
Dicevamo, la scaletta: lividi su Derek, con un magistrale Luca al rullante, Troppe Scuse ci imbambola, Sci Desertico ci fa innamorare così come Nera Visione, divina.
Poi una sorpresa: sale sul palco Iosonouncane per la versione Split di Diluvio. La verità: dal vivo è stata una bomba inaspettata, di gran lunga superiore alle aspettative del disco. Bravi.
Luca, Roberta ed Alberto sembrano anche più rilassanti e sorridenti del solito; l’impressione è quella degli ultimi giorni di scuola.
Lo scrivevo qualche live report fa che i suoni dei Verdena, negli anni, sono stati contaminati, sono maturati e raffinati. Sono cresciuti, e noi con loro.
Dopo due ore di live ce ne andiamo tutti un po’ più innamorati di questo gruppo che, per molti di noi, ha segnato parte dell’adolescenza ed ha placato la nostalgia post grunge.
Innamorati, con un filo di mal di gola (maledette sere fredde di settembre) e grati per la passione ed i calci nello stomaco di tutti questi anni.
Ci vediamo il prossimo anno, a cielo aperto.
Gallery fotografica di Emanuele Gessi