Sarò ripetitiva, ma vengo sempre catturata dalla copertina di un disco non appena sono alle prese con il suo primo ascolto. Mi piace fantasticare, osservandone i tratti caratteristici, su come possano fluire le melodie dei brani o su quali messaggi il musicista in questione voglia farci arrivare. Mi ritrovo a fare altrettanto con l’esordio di Costanza Paternò, dal titolo Incostanza, davanti ad una donna con una testa a forma di nuvola in equilibrio lungo un filo immaginario nel cielo, con in braccio una chitarra sempre color cielo. Ed è proprio in questa leggerezza, in questo distaccarsi anche per un istante dai macigni quotidiani, che si nasconde la chiave di lettura di un lavoro che centra il suo obiettivo: dare un qualche lustro a dei lieti momenti d’arte, come espresso dalla stessa cantautrice. E’ abbastanza facile infatti lasciarsi contagiare dal buon umore trasmesso dalla maggior parte delle melodie che compongono il disco, che vede tra gli altri la collaborazione del gruppo italo-palestinese Dounia tra i più apprezzati della scena world music. Un’altra caratteristica di questo lavoro è racchiusa nello stesso titolo Incostanza, per evidenziare l’incostanza di stili e lingue che si intrecciano nell’album. Nelle dodici tracce infatti si mescolano prevalentemente italiano, ma anche inglese, francese e spagnolo e i contributi di Faisal dei Dounia in arabo e si spazia tra folk, jazz, elettronica, lirica, musica barocca e latino americana. Con fare sicuro e voce cristallina, tra gorgheggi e vocalizzi, Costanza ci introduce nel suo mondo con Amare parole, il singolo apripista del disco che parla d’amore, con il suo trombone sgangherato e l’habanera di Bizet canticchiata in coda al brano. E se in Rude gli inserti di fisarmonica riportano alla mente atmosfere parigine, il tabla in Come quando fuori piove o L’amore come la neve porta con sé sapori medio orientali. Sonorità latino-americane sono da individuarsi in brani quali Canta per la noche e Meo amor, mentre l’arrangiamento di Dal barbiere con i suoi ritmi tribali e ipnotici risulta più ispirato rispetto alla lirica che racconta del primo taglio di capelli del figlio, rappresentando la piccola pecca di questo album.
Tirando le somme, l’esordio Incostanza di Costanza Paternò è un esordio col botto, un incontro di culture, un intreccio di stili e ritmi che conquista sempre di più ad ogni ascolto, per il suo essere frizzante e perché mette in evidenza il coraggio e la bravura di questa cantautrice nello sperimentare con le sue composizioni.
Credits
Label: Rocketta Records – 2016
Line-up: Costanza Paternò (voce, chitarra) – Faisal Taher (voce) – Vincenzo Gangi (chitarra, voce) – Giovanni Arena (contrabbasso, voce) – Riccardo Gerbino (percussioni) – Marta Raviglia (voce) – Tony Cattano (trombone) – Alessandro Nobile (contrabbasso) – Simona Di Gregorio (voce e vari strumenti)
Tracklist:
- Amare parole
- Rude
- Canta per la noche
- Come quando fuori piove
- Fidati
- Le vent
- Meo amor
- Piccola utopia
- Musica
- L’amore come la neve
- Dal barbiere
- Jebel
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