A noi è piaciuto questo essere fuori dai trend del rock britannico degli ultimi decenni, tutto incentrato su echi revival degli anni ottanta. Questo voler proporsi come archeologi del suono made in UK che fu forgiato da gruppi come Led Zeppelin e Deep Purple è un grande atto disonnante nel panorama musicale odierno. Ci ha stregato questo vecchio duro modo di fare rock dei Wolf People ed abbiamo voluto incontrarli per farci raccontare l’ultimo disco Ruins.
Di Ruins avete detto: “Non è un concept album, ma parecchie canzoni parlano di come potrebbe essere il mondo senza gli esseri umani”. Me ne parlate?
Volevamo realizzare un disco di sano rock con batterie e chitarre pesanti, ma il tema dei testi è stato puramente accidentale. Ho letto molte cose che conducevano ad un soggetto naturalistico e mi è piaciuta l’idea di scriverci dei testi sopra.
Quali sono le principali differenze tra Fain e Ruins a livello di suono?
Durante le registrazioni di Ruins ci siamo presi tutto il tempo per raggiungere un suono di cui esser soddisfatti, per qualche brano tutto è successo velocemente mentre per altri ci sono voluti anche anni, ma alla fine ci siamo fatti guidare da quello che ci sarebbe piaciuto ascoltare in una nostra stanza a casa. C’è sicurmente più densità di suono in Ruins rispetto a Fain, credo che abbiamo dato il nostro meglio durante le registrazioni di questo disco.
Come è nata Ninth Night?
E’ stata la prima canzone che abbiamo registrato. Tutto è partito da un mio demo, l’ho inviato ai membri della band e… è diventato poi stato una sorta di manifesto sonoro di tutto il disco. Per questo ha avuto senso posizionarlo come primo brano nella tracklist.
“Wolf People come degli archeologi dell’ascolto o degli specchi di suono umano riceventi segnali dai fantasmi che sono rimasti nella fertile terra di Albione”. Mi piace questa imagine che avete usato. Oggi come vedi il rock made in UK? Negli ultimi dieci anni ci sono state molte band in stile revival anni ottanta, con un sound principalmente basato sull’uso del synth…
Ai suoni che ritornano non ci credo. Credo alle buone canzoni. Personalmente amo le storie e le immagini che accompagnano la musica che sto ascoltanto perchè mi piace avere questi appigli per ricordare un album.
La tua personale definizione di psichedelia?
Ho difficoltà con il classico concetto di psichedelia, perchè la musica dovrebbe essere sempre qualcosa che ti trasporta emotivamente. La musica non deve essere psichedelica con il fine di volerti far sentire sotto l’effetto di droghe. La buona musica di ogni genere dovrebbe farti sentire euforico, triste o addolorato, è solo questo il principale approccio da perseguire quando si scrive una canzone.
Cosa mi dici dell’artwork di Ruins?
E’ stata realizzata da un nostro amico, Luke Insect. Si è preso cura dei nostri primi singoli, cosi gli abbiamo chiesto di occuparsi dell’artwork di Ruins. Gli abbiamo inviato qualche immagine, incluso il poster del film I Nibelunghi La vendetta di Crimilde di Fritz Lang che ci piaceva.
Cinque canzoni come principale ispirazione del suono dei Wolf People?
Numbers on the Boards – Pusha T
Skull Crusher – Iron Claw
Darkside – Dark
Marquee Moon – Television
Matty Groves – Fairport Convention