3 marzo, da ben otto anni non mi recavo a Cavriago e il locale che allora si chiamava Calamita adesso si chiama Circolo Kessler, ma sembra che quasi tutto sia rimasto come prima, tranne l’entrata principale che si trova dalla parte opposta a quella di un tempo e qualche nuovo murales all’interno.
Stasera Giuseppe Peveri, in arte Dente, si esibisce per l’ultima data invernale italiana del Canzoni per metà tour, dopodiché si sposterà con un tour di dieci giorni in giro per alcune città europee fino a fine marzo.
Il palco del Circolo Kessler mi sembra, ad occhio e croce, sempre lo stesso del Calamita, piuttosto basso e senza transenna, come piace a me, perché unisce di più gli artisti al pubblico.
Ad aprire il concerto di Dente ci pensa un’artista bresciana, Ottavia Brown che, accompagnata da un chitarrista e da un bassista, presenta al pubblico il suo primo album Infondo (2016), intriso di melodie swing, blues e jazz, tutto cantato in italiano. Un piacevole set durato circa mezz’ora.
Verso le 23:15 inizia il live di Dente, che è il primo a salire sul palco, precedendo la band che lo accompagna in questo tour, i Plastic Made Sofa da Bergamo. Con Simone Chiarolini (chitarra elettrica), Mattia Pievani (tastiere), Federico Laini (basso) e Michele Carrara (batteria) si è ormai creata un’ottima sinergia sul palco.
Dall’ultimo album Canzoni per metà (2016), vengono riproposti sette brani, tra i quali alcuni che non erano mai stati eseguiti nella prima parte del tour (L’Ultima Preoccupazione e Geometria Sentimentale). Le altre canzoni suonate da questa sua ultima fatica sono Canzoncina, in apertura del concerto, Noi e il mattino (dove Giuseppe spara i coriandoli con la sua pistola giocattolo), Cosa Devo Fare, I Fatti Tuoi e Curriculum (il primo singolo).
Il pubblico, che ha riempito per bene il locale, non sembra essere molto partecipe nella prima parte del live così il Peveri cerca di coinvolgerlo chiedendo: “Siete vivi?”. Per poi auto-rispondersi: “Io no”.
Tra le vecchie canzoni entrate in scaletta, da notare Fatti Viva da Almanacco del giorno prima (2014) che prima di questo tour non era mai stata eseguita e durante la quale, ad un certo punto, Dente si inginocchia sul palco in una sorta di preghiera supplicante. Poi tanti suoi cavalli di battaglia come Coniugati Passeggiare (Almanacco del giorno prima), Buon Appetito da L’amore non è bello (2009), La settimana enigmatica presente in Io tra di noi (2011), Baby building da Non c’è due senza te (2007), A me piace lei traccia de L’amore non è bello) e Beato me, tratto dal’album raccolta Il paese è reale (2009) ideato dagli Afterhours.
Inoltre viene rispolverata, dopo qualche anno, anche Verde, la cover dei Diaframma incisa da Dente per la compilation Il Dono (2008), dedicata al sopracitato gruppo fiorentino e che personalmente preferisco addirittura all’originale.
Finale con il super classico Vieni a vivere (L’amore non è bello) cantato in coro da tutto il pubblico che nel frattempo è diventato più attivo rispetto all’inizio.
Un concerto senza sbavature, più suonato rispetto ai canoni di Dente, con meno spazio per le sue battute cabarettistiche (anche se la sua frase “burlando contro il cielo” con dito puntato in alto può essere considerata una delle sue migliori) che lo consolida come uno dei migliori cantautori e performer italiani degli ultimi anni.
Gallery fotografica di Enrico Fiorasi