Home / Autostop / Ritrovando il rito: DiscoDays 22-23/04/2017

Ritrovando il rito: DiscoDays 22-23/04/2017

discodays_fieraC’era una volta il disco. C’era una volta il fruscio della puntina. C’era una volta il rito dell’ascolto nella stanzetta. C’erano una volta le copertine dei dischi che ti entravano in testa. C’era una volta l’onda sonora che potevi toccare. C’era una volta il compact disc. C’era una volta il restringimento delle copertine. Abbiamo vissuto questa miniaturizzazione progressiva nel corso degli anni che ha condotto alla scissione dell’atomo sonico, siamo giunti alla musica come flusso, un flusso talmente etereo che non permane neanche un istante impresso nella nostra mente. Ecco, questo ho pensato mentre ero nel tendone del Palapartenope per la 18° edizione del Disco Days, la fiera del Disco e della Musica. Vedere tutte quelle persone come me intente a cercare il disco storico che fa tornare indietro, che profuma di storia e leggenda è stato vedere la speranza della non estinzione dell’essere umano. Molti lo potrebbero giudicare un tuffo nel Cimitero dei dischi perduti parafrasando Carlos Ruiz Zafón. Ed invece non si tratta di roba morta, perchè pulsa di tempo, ricordi e vita. E’ bello agirarsi tra i vari stand provenienti da tutte le parti d’Italia. E’ bello nella ricerca incrociare persone che hanno la tua stessa attitudine al rito, alla resistenza verso la disumanità dei nostri tempi. Oggi in questa fiera siamo un’anomalia del flusso, noi vogliamo essere consumatori di trent’anni fa, quando ci davano il tempo di fruire l’oggetto che ci offrivano, quando dietro quell’oggetto c’era un artista come quello che firmava la copertina, quando la sinestesia artistica non aveva bisogno di alta risoluzione 4K per impressionarci. L’organizzazione della fiera è stata perfetta come ogni anno, grazie sempre a Nicola Iuppariello, Vincenzo Russo e tutto il loro staff. Sono riusciti anche in questa edizione ad offrire una serie di appuntamenti interessanti dalle mostre “Una vita fra i solchi” di Andy Simoniello e quella fotografica “LiveLights” di Fabiana Priviter, fino agli showcase tra cui gli Osanna e Piero Gallo, interessanti inoltre i workshop come “5 tecniche per promuovere musica online” e “Insegnare l’inglese attraverso la musica pop“. E’ stata un’esperienza unica aperta a tutti. Vedere i bambini correre tra i labirinti di dischi è stato tanto catartico, è stata una goccia di umanità rispetto al flusso di immagini e messaggi che ci bombardano dalla mattina alla sera. Grazie DiscoDays. Resisti DiscoDays, con te resistiamo anche noi. Per r-esistere, vi invito a scoprire il prezioso progetto che mira alla realizzazione di un docufilm sul vinile, partecipate alla campagna di crowdfunding al seguente link: https://it.ulule.com/vinilici-film

Ti potrebbe interessare...

achille_lauro

Domande che dovrei evitare

È da un po’ di tempo che mi chiedo cosa differenzia l’Arte dalla Comuncazine. La …

Leave a Reply